Come di consueto ormai da qualche anno, l’Accademia ha ospitato l’architetto Rossella Siani, ricercatrice e fondatore della piattaforma online VAHA (Virtual Architecture Handicraft Art) un portale telematico per le tecnologie della fabbricazione digitale per l’architettura, l’artigianato e l’arte ma che piano piano ha cominciato a creare connessioni tra professionalità diverse alimentando confronti tra menti e idee creative in un’ ottica multidisciplinare.

Attraverso una piattaforma aperta, laboratori di formazione e iniziative di promozione, VAHA si adopera per potenziare il modello produttivo digitale, valorizzare e tutelare il lavoro dei progettisti, favorire una produzione delocalizzata e diffusa.

Architettura, Artigianato e Arte sono sempre più influenzate dalle logiche di progettazione e produzione digitali e VAHA si propone di rendere accessibili gli strumenti di base di queste tecnologie e di metterlo in connessione con le realtà produttive di settore affinché ogni progettista possa affrontare in autonomia un percorso creativo per la realizzazione della sua opera.

E’ nata cosi una community che conta circa 600 professionisti provenienti anche da settori diversi dal design (es. psicologi e medici). Il portale ha lo scopo di presentare svariati modi per affrontare la progettazione con diversi materiali con esercitazioni pratiche di prodotti e pattern da cui ognuno può trarre ispirazione.

A seguito dell’emergenza Covid-19, è nata una collezione di prodotti e accessori di “emergency design” realizzati e pensati per “vivere meglio” la pandemia, questi prodotti sono stati presentati anche all’ultima edizione di Maker Fair Rome, una delle più importanti fiere sulla tecnologia e l’innovazione a livello mondiale.

La manifestazione posiziona la città di Roma al centro del dibattito sull’innovazione. L’evento unisce scienza, tecnologia, innovazione, dando vita a qualcosa di completamente nuovo

Di questi progetti molti sono rimasti solo cartacei ma alcuni sono stati realizzati i prototipi.

Sul sito è possibile consultarli tutti: una maniglia portatile per metro in pelle, giochi per bambini, un tavolino sospeso da balcone, etc. Tutto è partito dall’analisi delle esigenze covid e dal confronto con professionisti come medici o psicologi, che possono dare un punto di vista diverso al designer per la funzionalità del suo prodotto. Tutto ciò ha portato i professionisti ad aggregarsi autonomamente al portale da Nord a Sud dello stivale.

Un altro importante progetto messo in piedi dal portale VAHA è “Pattern Your Life”, un contest che ha visto nella prima edizione del 2020 circa 200 partecipanti e l’evento di premiazione dei vincitori al Maschio Angioino.

Si tratta di realizzare dei pattern attraverso la fabbricazione digitale. Lo scorso anno sono stati utilizzati i più svariati materiali (plexiglass, compensato, legno, MDF, lattice Hinge, wood skin, etc) e le più svariate tecnologie (stampa in 3D, taglio laser, fresa, etc) con l’aggiunta delle tecniche tradizionali come l’incisione, l’intarsio o il bassorilievo. Sul sito  https://www.vaha.it/blog/ è possibile visionare tutti i progetti.

Il workshop è servito da grande ispirazione per i nostri studenti di Interior Design



ADCI sta per Art Directors Club Italiano, fondato nel 1985 da alcuni tra i migliori professionisti del modello di pubblicità emergente, che contribuirono alla modernizzazione e alla internalizzazione della pubblicità italiana.

L’Art Directors Club Italiano nacque sulla scia delle analoghe associazioni presenti nei paesi industrializzati avanzati, che già da tempo selezionavano e promuovevano la comunicazione commerciale nelle sue espressioni di massima qualità e innovazione.

Gli Awards

Il premio storicamente più ambito dalla community creativa italiana.

Dal 1985, gli ADCI Awards sono un punto di riferimento per la creatività e la qualità nella comunicazione pubblicitaria in Italia.
Dalla stampa alla tv, dal design alle activation, dal cyber al direct, passando anche per tutte le altre categorie esistenti, gli ADCI Awards documentano nel tempo l’evoluzione dei linguaggi, degli stili e dell’uso dei mezzi di comunicazione, selezionando solo i lavori che risultano più rilevanti sotto il profilo creativo.

La scena degli award ha visto sempre premiati studenti provenienti dalle più blasonate Accademie Italiane.

In questo senso i piazzamenti degli studenti di IUAD Accademia della Moda oltre ad essere una ventata di aria fresca, rappresentano i passi da gigante che la nostra didattica ha compiuto negli ultimi anni.

Nell’edizione di quest’anno due nostri allievi del corso, rispettivamente di Design della Comunicazione e della Specialistica in Art Direction & Copywriting, sono riusciti a piazzarsi sul podio dei vincitori: Raffaele Riccardi e Teresa Caldarelli.

Siamo davvero orgogliosi, e anche un po’ emozionati, dell’enorme
successo dei nostri ragazzi agli ADCI Awards: un silver nella CATEGORIA
STUDENTI | DESIGN per Raffaele Riccardi con Dinamic Identity The Olympic
Winter Games e un bronze nella CATEGORIA STUDENTI | EXPERIENCE per Terry Caldarelli con The first racism – free jersey – SSC Napoli.

Si tratta di un grandissimo risultato per i giovani talenti campani, per
il lavoro dei nostri docenti, in particolare Alessandro Izzillo e Enrico
Ausiello, e anche per tutto lo IUAD, un traguardo storico in una
competizione così prestigiosa, segno che l’impegno e il lavoro di
questi anni stanno portando la nostra realtà a livelli di eccellenza.


Vediamo brevemente i due progetti raccontati direttamente dai nostri studenti:

Progetto Lavalove – Teresa Caldarelli

“Lavalove nasce a Dicembre 2019, quando la squadra napoletana stava affrontando un periodo di crisi interna che si riversava anche sull’andamento in campo, questa situazione aveva iniziato a far vacillare l’attaccamento dei tifosi.
L’obiettivo che mi sono posta era di creare, attraverso la maglia, un nuovo collante che trasformasse gli insulti di cui la squadra e la popolazione napoletana sono spesso vittime, in orgoglio e forza, rendendo la maglia stessa un simbolo di vanto per battere il razzismo sul campo.
È nata così la prima maglietta racism-free, in filato di roccia vulcanica, ma esplosiva anche nell’aspetto, attraverso la stampa di una colata lavica, che la squadra potrà usare nei match in trasferta per risollevare gli animi degli atleti in campo e dei suoi tifosi.

Le difficoltà sono state molte, a partire dal concepimento dell’idea, e devo ringraziare il professore Alessandro Izzillo, con il suo supporto il mio progetto è nato e cresciuto, mi ha insegnato a non fermarmi alla prima idea, e che bisogna sempre andare oltre ed alzare l’asticella per creare qualcosa di laterale e creativo.
Sabato è stata una giornata strana ma allo stesso tempo memorabile. Non credevo di poter raggiungere questo risultato, che tra tanti lavori il mio si sarebbe distinto. È stato fantastico scoprire che il mio progetto era entrato nelle shortlist degli ADCI awards e anche totalmente inaspettato. La sera poi è stato ancora più bello scoprire di aver vinto il premio di bronzo per la categoria studenti. Ad ora non so descrivere tutte le emozioni del momento: ero felice e allo stesso tempo incredula.
La cosa più strana du tutto è stata la distanza. Ovviamente con me c’era la mia famiglia; eravamo tutti incollati al PC collegati aspettando il momento. Contemporaneamente chattavo con i miei compagni di corso, commentando le premiazioni. Nel momento in cui hanno annunciato la posizione del mio progetto è iniziato il caos. È stato bellissimo condividere il momento, anche se lontani, con i prof e ed i miei colleghi; in quel momento la distanza è sembrata sparire.
Devo ringraziare tanto i miei compagni in quest’avventura; tutto questo è anche merito loro; per il loro supporto nei momenti di difficoltà.
Questo premio e le emozioni provate mi hanno convinta ancora di più che questo è il lavoro che voglio fare nella vita. Per ora voglio concentrarmi sul mio futuro, concludere il percorso di studi iniziato e spingere me e i miei progetti sempre più in alto, senza fermarmi mai e senza pormi limiti.”

Progetto Olimpiadi 2026 – Raffaele Riccardi

“Perché una proposta del genere? La due motivazioni principali che mi hanno portato a scegliere di far diventare i giochi olimpici, un sistema dinamico, sono due: prima di tutto penso che non ci siamo nulla di più dinamico al mondo dello sport, poi le Olimpiadi sono un punto di riferimento per tutta la popolazione mondiale, un punto di ritrovo e d’inneggiamento alla multiculturalità e alla diversità.
C’è anche una terza motivazione, questa del tutto personale. Lo sport è stato un punto di svolta nella mia vita, ha aiutato a migliorare me stesso ed il mio corpo, mi ha aiutato ad integrarmi con le persone, e da quando pratico sport non ne posso più fare a meno, è un mio punto di ritrovo.
Perché scegliere le Olimpiadi Italiane? Potrebbere essere abbastanza scontata come risposta: sono Italiano, e chi non vorrebbe intervenire in un progetto dedicato al proprio paese? Questa non è l’unica motivazione, ho scelto questo progetto per poter dare un punto di vista personale sul territorio.

L’idea del progetto, parte dal territorio e dalla sua storia, torniamo indietro nel tempo, nel XV secolo d.C.

In questo
periodo storico, alcune città italiane erano suddivise in sestieri. I sestieri
rappresentavano una suddivisione della città in 6 parti, e quindi il sestiere era la sesta parte di una città.
Andiamo a dare uno sguardo ai sestieri di Milano e Cortina, le città, che attualmente saranno protagoniste dei Giochi Olimpici invernali del 2026.
Questo progetto, ha rappresentato per me una svolta, sia dal punto di vista del design ma sopratutto dal punto di vista del mettere in gioco le proprie idee.

Il lavoro rappresenta la rottura con la metodologia classica del brand design ed infatti, pone le basi per una metodologia d’approccio alternativa al branding.
Il dynamic branding, sarà presto la nuova frontiera della comunicazione e spero che il mio progetto, possa essere una proposta concreta per la comunicazione delle Olimpiadi del 2026.
È stato un lavoro arduo, e non smentisco che inizialmente ha visto dei fallimenti che però hanno portato al risultato odierno. Ho incontrato varie difficoltà, la più grande riuscire a trovare l’idea su come rendere dinamico il sistema, ma che grazie all’aiuto del prof e relatore Enrico Ausiello sono riuscito a dare vita al progetto.
L’emozione di sapere che il mio progetto era arrivato in shortlist agli ADCI Awards 2020 era forte, ma quando ho visto con i miei occhi che la sera della premiazione ho ricevuto l’argento, sono scoppiato in lacrime per l’emozione indescrivibile che mi ha riempito di gioia e di soddisfazione. Ancora adesso mentre scrivo questo articolo, ripenso a quel Sabato e mi emoziono, è il mio primo passo per un futuro che mi attende.
Sono una persona che ha sete di conoscenza e che desideria migliorare sempre, tra un futuro imminente mi vedo in una grande agenzia di comunicazione e spero che questo si possa realizzare molto in fretta.”


In un mondo sempre più digitale ed oggi anche più wireless che mai, è chiaro che le aziende hanno sempre più bisogno di comunicatori, marketer e storyteller e che il mondo digital sia ormai il terreno più fertile per le aziende per comunicare con il target prescelto.
Ma quali sono le figure più ricercate in ambito marketing & digital nel mercato del lavoro? E di cosa si occupano esattamente?
Proviamo insieme a fare un pò di chiarezza sul mondo del marketing digitale

  • Il Digital Content Manager, o Web Editor, è la persona che si occupa di creare e curare i contenuti originali per un’azienda o un’agenzia.
    E’ in grado di ideare campagne marketing digitali a breve e a lungo termine e monitorarne l’effettività.
  • Il Graphic designer è in grado di unire capacità artistiche e tecnologiche al fine di comunicare idee attraverso le immagini, ed i layout di pagine web oltre alla carta stampata. Può utilizzare diversi elementi di design per ottenere effetti artistici o decorativi. Deve essere in grado di lavorare sia con il testo che con le immagini.
  • Il Social Media Manager è il responsabile dei canali social ed è spesso il responsabile delle community Facebook, Instagram ecc.. In alcuni casi si occupa anche della creazione di campagne pubblicitarie sui social media, dell’analisi della social reputation e anche delle digital PR.
  • Il Community Manager è specializzato nella gestione delle domande e critiche, quindi del social caring e del crisis management all’interno di community online.
  • Il Digital PR è il facilitatore delle relazioni online, colui appunto che si occupa delle People Relations. Ha il compito di individuare le persone, i gruppi e le community migliori da trasformare in ambassador per un brand e da coinvolgere in iniziative particolari come eventi, contest e marketing non-convenzionale.
  • Web Analyst si occupa dell’analisi di tutti gli indici di traffico quantitativo, che riguardano ad esempio un sito web o una piattaforma online. Come, ad esempio, il numero di visite che produce il sito, il tempo che i visitatori trascorrono su di esso, e su quali pagine, le fonti di traffico, fondamentali per capire da quali pagine arrivano gli utenti.
  • Il SEO Specialist è il responsabile dell’ottimizzazione della visibilità online. Il suo obiettivo è quello di trovare le strategie e sinergie con cui una pagina o un intero sito possa essere ben rilevato dall’algoritmo dei motori di ricerca, in modo da aumentare il traffico che riceve e apparire più in alto nei risultati del motore di ricerca.


    Naturalmente la lista non è esaustiva e le figure professionali in ambito digitale nascono e si evolvono ogni giorno, rendendo fondamentale rimanere sempre al passo con i tempi.

Vuoi entrare a far parte del mondo della comunicazione e del web marketing?

Scopri i nostri corsi accademici riconosciuti dal Ministero dell’Istruzione, Università e Ricerca:

Oppure i nostri corsi master per perfezionare la tua professione:

La pandemia da COVID-19, che ci ha colpiti nell’ultimo anno, ha fatto nascere una serie di interrogativi e l’esigenza di trovare nuove soluzioni in diversi ambiti del mondo del design per combattere l’aumento dei contagi.
Anche nel mondo del design di interni e dell’edilizia, pur non essendo del tutto nuovi alla materia, gli esperti stanno adottando l’utilizzo di materiali antibatterici a prova di virus e agenti patogeni.

Vediamo insieme una breve panoramica su materiali antibatterici utilizzabili oggi nell’edilizia

L’edilizia ed i nuovi materiali antibatterici

Vernici e matieriali antibatterici non sono di nuova concezione ma sono disponibili sul mercato già da diversi anni. Il loro utilizzo tuttavia sta prendendo piede con l’esplodere della pandemia.

L’arrivo del COVID-19 ha ribadito l’importanza di un ambiente igienico e sanificato non solo per luoghi ad alto rischio come ospedali e case di cura ma per qualunque ambiente affollato nel quale le persone debbano fermarsi a lungo.

La figura del designer si occuperà quindi non solo di concepire spazi che leggano i bisogni ed i comportamenti degli utenti, come sempre abbiamo insegnato ad i nostri studenti del Corso Triennale di I Livello in Design e Architettura degli Interni, ma a prendere in considerazione anche le necessità sanitarie derivanti dalla pandemia.

Con il graduale rientro alla normalità delle attività lavorative dopo la parentesi smart-working, la sicurezza di fabbriche, uffici e studi professionali diventerà punto di massima importanza: sarà necessario concepire misure di protezione che fino a qualche mese sarebbero state considerate straordinarie.

Nei luoghi in cui trascorriamo la gran parte del nostro tempo: stazioni, hotel, uffici, ristoranti ecc… Andranno applicate le nuove soluzioni concepite oggi: concezioni innovative di industrial design e progettazione di interni; perché il proliferare di virus, batteri e microorganismi è un problema che riguarda la salute di tutti.

Negli ultimi anni, si è posta con forza la problematica della sostenibilità dei materiali, noi abbiamo risposto con il Corso specialistico di II livello in Ecodesign e Bioarchitettura degli Interni. La stessa forma mentis va adesso applicata per la ricerca di materiali non solo sostenibili dal punto di vista ecologico, ma che siano anche in grado di prevenire allergie, infezioni e contagi.

Materiali antibatterici naturali

La prima categoria di materiali antibatterici è quella costituita da tutti quei materiali dotati di capacità antibatteriche naturali. Parliamo soprattutto di rameargentooro zinco, metalli la cui struttura chimica costituisce una barriera naturale contro il proliferare di funghi, virus, germi e batteri.

Il rame e le sue leghe, come ottone bronzo, sono infatti un ottimo esempio di materiali antibatterici naturali in grado di distruggere e non fare proliferare molti dei microrganismi presenti sulla propria superficie attraverso un processo interno puramente chimico.

La scelta del rame come materiale per le superfici domestiche è una soluzione non sempre praticabile, soprattutto a causa delle limitazioni del metallo stesso in termini di resistenza e possibilità di modellazione.

Anche il ricorso alla ramatura zincatura delle superfici ha i suoi problemi, visto che lo strato in metallo è talmente sottile da non poter garantire nel lungo periodo un’adeguata capacità antibatterica: è infatti sufficiente un graffio o un’abrasione per mettere allo scoperto il materiale sottostante, non antibatterico, per vanificare l’utilità igienica dello strato metallico.

Materiali con trattamento antibatterico superficiale

Esistono inoltre materiali utilizzati per rivestire le superfici domestiche che acquisiscono capacità antibatteriche in seguito a processi di alterazione chimica o strutturale. Dopo tali processi il materiale viene rivestito con una apposita pellicola, oppure trattato in superficie con composti chimici particolari – come gli ioni d’argento – che uccidono i batteri, i quali saranno poi facilmente rimossi con le normali operazioni di pulizia.

Principale problema di questi materiali antibatterici, siano essi rivestiti o trattati in superficie, è lo stesso di ramatura e zincatura: la protezione igienica è garantita solo dallo strato superficiale che, in caso di danni o usura prolungata, può venire meno: una volta trovata una falla nello strato superficiale, batteri e germi torneranno a proliferare.


Materiali con antibatterici integrati

Questa categoria comprende tutti quei materiali che hanno acquisito proprietà antibatteriche attraverso l’integrazione completa al loro interno di composti chimici come il biossido di silicio o di titanio e il già citato trattamento con ioni d’argento.

Parliamo quindi di materiali o miscele di materiali eterogenei (plastiche, ceramiche, metalli) trattati in modo tale da mantenere sempre la loro efficacia antibatterica, al contrario di quelli trattati superficialmente, proprio perché gli elementi antibatterici fanno parte del materiale stesso.

Appartengono a questa categoria la maggior parte dei prodotti commerciali utilizzati per il rivestimento delle superfici domestiche come pavimenti, pareti del bagno e piani cucina.

Nuove tecnologie

Assisteremo ad un uso sempre più massiccio di tecnologie contactless e wireless.

Queste permetteranno di evitare il più possibile il contatto fisico con i materiali, particolarmente il metallo sul quale il COVID-19 ha una maggiore possibilità di sopravvivere.

Verranno adottati nuovi criteri nella scelta dei materiali stessi e dei rivestimenti, utilizzando quelli con maggiore capacità di contrasto a virus e batteri.

Insomma, nell’era del Corona Virus , figure quali architetti, interior design e designer di spazi vivibili acquistano una importanza fondamentale, essendo preparati ad affrontare le sfide di un mondo in cui è necessario porre una maggiore attenzione sulla salubrità degli spazi privati e condivisi.

Vuoi saperne di più?

Scopri i nostri corsi accademici riconosciuti dal Ministero dell’Istruzione, Università e Ricerca:

Oppure i nostri corsi accademici brevi per perfezionare la tua professione:

Mi chiamo Federica Gianmattei, ho 22 anni, sono nata a Napoli ma ho vissuto a Telese Terme fino ai 6 anni.
Sin da piccola ho manifestato propensione per tutto ciò che richiedeva creatività e inventiva. Ho sempre osservato mio fratello, che prima di me si è dedicato allo studio della grafica, ed è grazie a lui che ho scoperto il fascino di questo mondo. Per questo dopo la maturità mi sono iscritta con grande entusiasmo alla triennale di primo livello di Design della Comunicazione presso lo IUAD, Accademia della Moda di Napoli.
In Accademia, grazie alla professionalità e all’impegno che la distinguono, ho avuto la possibilità di essere supportata da docenti professionisti del settore che mi hanno aiutata nel percorso di studi.

La IUAD mi ha dato diverse opportunità e grazie alla coordinatrice del corso Angela Pastore, ho partecipato ad alcuni eventi estremamente interessanti come IF Italian Festival e il Grande Venerdì di Enzo organizzato dall’Art Director Club Italiano in onore di Enzo Baldoni. Questo evento dà infatti la possibilità ad ognuno di svolgere 3 colloqui con 3 direttori creativi diversi. Quest’anno a causa della grave pandemia il GVDE si è svolto online. Nonostante ciò, si è rivelata un’esperienza che mi ha lasciato molto soddisdatta, ho avuto infatti la fortuna di svolgere i 3 colloqui con persone molto competenti e porterò i loro consigli sempre con me:
Il primo colloquio l’ho svolto con Antonella De Gironimo, copywriter presso The Ad Store Italia. Con Antonella sono subito entrata in sintonia, persona eccezionale ed eccellente professionista. Mi ha ascoltata con attenzione infondendomi tranquillità e sicurezza. Qualche settimana dopo GVDE, mi contatta Giulio Nadotti, Creative Director di The Ad Store Italia. Ho trovato anche Giulio persona molto a modo e disponibile. Dopo un breve colloquio online con lui gli ho mostrato alcuni dei miei progetti. Dopo circa 10 giorni sono stata ricontattata e la tensione ha cominciato ad essere veramente tanta, complice anche l’attesa di conoscere i risultati dell’ultimo esame della triennale. Proprio lo stesso giorno vengo a sapere di essere stata scelta come Visual Design di The Ad Store Italia. Che dire, emozione e gioia a mille! Oggi mi trovo a Parma e non ringrazierò mai abbastanza Giulio, Antonella e Natalia per avermi dato questa grande opportunità e farò del mio meglio per non deludere le aspettative.

In The Ad Store abbraccio diversi ambiti, dal branding al packaging. Lavorare con questi professionisti mi da molta carica e aumenta la mia voglia di imparare e di mettermi in gioco. Un giorno mi auguro di poter diventare un Art Director qualificato. A tutti i ragazzi come me consiglio di fare ciò che amano perchè è la cosa più bella che possa capitare ad ognuno di noi. Ringrazio i miei genitori che mi hanno dato la possibilità di frequentare l’Accademia, mio fratello Luca mio supporter, mia nonna Lia mia sostenitrice,mio nonno che mi guarda da lassù e che sarebbe fiero di me.


“Senza diversità non c’è creatività. Google Creative Campus è un programma che investe in superstar provenienti da tutto il mondo, un trampolino per chi si appresta ad iniziare una carriera nel settore creativo. Google Creative Campus offre conferenze e workshop costruendo una comunità globale, promuovendo talenti, amplificando voci diverse e costruendo un futuro più inclusivo per l’industria creativa a livello globale.“


In collaborazione con la Roger Hatchuel Academy

La Roger Hatchuel Student Academy è un’esperienza di apprendimento unica progettata per aiutare gli studenti interessati a perseguire un percorso creativo nella pubblicità e nel lanciare le loro carriere.
La ricerca è concentrata su 40 studenti che si conquisteranno a suon di idee originali e creatività il loro posto nella classe dell’accademy di Cannes. I candidati selezionati avranno l’immensa fortuna di lavorare in prima persona con i più grandi brand, imparando dalle migliori menti creative e leader del settore.
Claudia Pauzano è la prima studentessa napoletana ad essere stata scelta per rappresentare il proprio paese durante i Cannes Lions.
Insieme ai membri della classe 2021, ha così avuto l’opportunità di iniziare la sua formazione con Google.


Abbiamo contattato Claudia per avere un racconto privilegiato della sua avventura fino ad oggi nel Google Creative Campus:


“Iniziare questa esperienza online con il team di Google è stata sicuramente una piacevole sorpresa, una sorpresa che mi sta aiutando a fare pratica ed a prepararmi al meglio ai Cannes Lions dell’anno prossimo.
La bellezza di questa opportunità è sicuramente poter conoscere così tante culture ed esperienze diverse. Mi trovo a pensare, lavorare, progettare in un ambiente multietnico e multiculturale con ragazzi provenienti da tutte le parti del mondo ed è un qualcosa che mi sta arricchendo davvero tanto personalmente e professionalmente.


In più Google ha lanciato alla nostra classe una sfida davvero interessante, chiedendoci di lavorare ad un brief di cui non posso condividere molto con voi ma che è sicuramente complesso quanto stimolante. Avremo tra l’altro il supporto di Livity, un’agenzia anglosassone il cui team creativo ci farà da supporto.
Siamo stati divisi in gruppi: io ho un team tutto al femminile, con altre tre europee, una ragazza proveniente dall’Asia ed una dagli Stati Uniti. Il confronto tra di noi è davvero stimolante, dato che anche un argomento semplicissimo acquisisce tante nuove e diverse sfaccettature analizzato da persone provenienti da diversi continenti e con diverse culture.
Lavorare con loro online, data la situazione post-Covid, è un po’ limitante ma il team di Google è stato amichevole e molto disponibile fin da subito. Siamo tutti impazienti ed eccitati al pensiero di incontrarci finalmente di persona l’anno prossimo.
Spero di instaurare ottimi rapporti con i miei compagnidi viaggio e dare il massimo per imparare il più possibile dai creativi che ci seguiranno.”