Il tema della ecosostenibilità è molto sentito, all’interno della IUAD Accademia della Moda, non è un caso che gli studenti di moda e design si stiano muovendo in questo senso, conducendo nuove ricerche e soluzioni combinando un design bello e funzionale che preveda l’utilizzo di materiali non inquinanti.

Tra i vari progetti di ecodesign, abbiamo selezionato quello della studentessa del corso triennale in Design e Architettura degli Interni: Maria Grazia Iannibelli, 24 anni nata a Maratea (Pz ). Maria Grazia racconta che frequentare il corso di design presso lo IUAD le ha permesso di apprendere metodologie e competenze che le permettono di effettuare scelte progettuali più consapevoli.

Il suo progetto ha preso vita, un anno fa in pieno lockdown, quando il docente di Eco Design, l’Arch. Giovanni Maione, ha proposto agli studenti, dato il periodo di pandemia, di immaginare delle soluzioni per portare nelle abitazioni, la natura, elemento che mancava a tutti noi.

Attraverso un’attenta ricerca ha scoperto il mondo della ceramica che ha scelto poi per la sua tesi di laurea;

Nel mio progetto di tesi, lo scopo è quello di combinare il tema della creatività con quello dell’innovazione nell’ambito dell’ecodesign e nel settore della ceramica”. I manufatti così realizzati, sono caratterizzati da un concept ispirato alla natura e dall‘essenza della materia prima, per progettare quindi, oggetti in completa armonia con la natura e con l’ambiente, imprimendo sul materiale appena steso elementi imprescindibili degli alberi. La collezione in grès refrattario è composta da quattro set, caratterizzati da una particolare attenzione al legame tra prodotto, sensorialità e territorio di produzione.

Infatti, questo tema è per me molto caro in quanto, si tratta di un progetto radicato nel territorio, nei suoi colori, nella fonte d’ispirazione e nei suoi materiali.

Secondo Maria Grazia Il primo vero punto di forza del progetto è la capacità del disegno e dell’oggetto di fondersi creando effetti materici e di chiaroscuro, trasmettendo emozioni sensoriali toccando o semplicemente osservando l’oggetto che ci riporta inevitabilmente a pensare alla natura. Molti decori infatti, seguono la sinuosità degli anelli annuali dell’albero, dei rami, delle foglie, fiori e frutto. Un attento studio di forme e cromie ed una lavorazione completamente artigianale garantiscono un’altissima qualità e unicità del prodotto finito. Secondo punto di forza, non meno importante, è l’unicità, l’imperfezione in quanto nessun prodotto artigianale – a differenza di uno industriale – può essere identico a un altro ed è proprio la lavorazione artigianale della ceramica che lo rende prezioso e irripetibile.

La prima parte del suo progetto si concentra in particolare sulla lettura della nascita e della produzione della ceramica a partire dalla preistoria, fino a citare i più importanti centri di ceramica delle botteghe italiane. Successivamente, ha studiato la tecnologia delle ceramiche artigianali, partendo dallo studio dei tipi di ceramica fino ad arrivare al processo di lavorazione, che comprende 5 fasi necessarie per la realizzazione dei manufatti. Nella lavorazione è importante considerare degli aspetti che hanno delle ricadute sull’ambiente: energia, rifiniture apiombiche e smaltimento. Definita la ricerca teorica e gli schizzi che sintetizzano l’idea del manufatto, inizia la fase di realizzazione che vuole stimolare le percezioni emozionali, attraverso la vista e il tatto, portando la natura e il design a tavola. La tecnica per la stampa dei motivi ornamentali, che completa questa ricerca stilistica, prevede l’utilizzo di calchi in gesso, al fine di imprimere venature sul materiale appena steso. Infatti i prodotti realizzati devono saper attivare i nostri sensi, farcendoci emozionare e rendendoci felici di avere una relazione e un coinvolgimento sensoriale/emotivo con il manufatto.

La collezione si compone di quattro linee con una serie di articoli per la tavola e ogni linea ha un nome che la identifica in maniera univoca. Sono nomi molto evocativi e rispecchiano il concept, attraverso la ricerca etimologica del nome dell’albero: Quercŭs Collection – Ceresium Collection – Castanĕa Collection – Olīvum Collection.

Quando le abbiamo chiesto cosa si aspetta nel suo prossimo futuro e nella sua carriera, Maria afferma che vorrebbe diventare una brava designer in grado di gestire l’attività di progettazione mettendo sempre al centro di ogni progetto l’uomo e l’ambiente, attraverso l’innovazione e la ricerca dei servizi al fine di migliorarne la qualità di vita.

Per chi desiderasse iniziare una carriera nel design e nella progettazione degli interni, invitiamo a seguire i prossimi Open Day dello IUAD che si terranno il 27 Maggio prenotandosi dal sito https://www.accademiamoda.it/open-lab/

Gli studenti del corso di Design e Architettura degli Interni hanno incontrato virtualmente, durante una lezione di Ecodesign, Maura Crudeli, vice presidente di Yourban 2030, un’organizzazione no profit tutta al femminile nata a Roma, attiva nel settore artistico-architettonico che si occupa di interventi di progettazione e restaurazione di spazi esistenti con grande attenzione al tema della sostenibilità.

La mission di Yourban 2030 è infatti creare strette connessioni tra le discipline dell’urban design e dell’ecodesign in linea con le ultime tendenze che hanno un’attenzione sociale molto forte.

Si tratta di una no profit tutta al femminile nata a Roma con interventi di rigenerazione urbana, artistici e di ecodesign, che focalizza la sua attenzione su quartieri specifici facendo un’analisi in scala, che parte dal singolo spazio (come un muro) e prende poi in considerazione l’intero ecosistema anche sociale come nel caso della periferia.

Arte – Tecnologia – Sostenibilità

Questa è la triade che mettono in connessione: individuano nuove tecnologie e start up e le mettono in contatto con un’artista, per lo più di street art, che la trasformi in qualcosa di bello e funzionale. Il progetto mira a promuovere la street art supportando la creazione di lavori spettacolari dal punto di vista visual che possono contribuire ad un cambiamento nell’ambiente e lanciare messaggi sociali. La prima opera, realizzata nel quartiere romano Ostiense, si chiama “Hunting-pollution” ed è il più grande green murales esistente in Europa, realizzato utilizzando una speciale vernice ecologica che, trattenendo le polveri sottili, è in grado di abbattere l’inquinamento come farebbe un bosco di 30 alberi.

L’idea era come rendere su quel palazzo il disegno che avesse un impatto visivo ad angolo, analizzando tutte le prospettive per capire come le persone avrebbero fruito di quella visione. E’ stato quindi studiato il quartiere, hanno cercato delle tecnologie “air-light” per la prima volta da utilizzare per gli esterni e coinvolto lo street artist Iena Cruz (pseudonimo di Federico Massa) che ha impiegato un mese per completare l’opera che raffigura un airone su un barile di petrolio da cui fuoriescono dei tentacoli, a simboleggiare la lotta della natura contro l’inquinamento. L’intero murales infatti, è realizzato con una speciale vernice, naturale e VOC Free, che neutralizza gli agenti inquinanti come l’ossido e il biossido di azoto fino all’88,8%, purificando l’aria. Questo dipinto, che ricopre due facciate del palazzo con 12 metri quadri di vernice, ha impattato sull’ambiente e, allo stesso tempo, fatto il giro del mondo lanciando un forte messaggio sociale.

In seguito, è stato infatti richiesto un altro murales ad Amsterdam, “Diversity in bureaucracy” sempre con la tecnologia air light ad opera della street artist JDL sul tema della discriminazione. Rappresenta infatti una danzatrice surinamese che balla in un vortice di documenti amministrativi del Comune di Amsterdam. Con il murale, JDL pone l’attenzione su temi come lo stare insieme, la disuguaglianza di classe e la burocrazia.

Yourban 2030 si ispira all’Agenda Globale 2030 delle Nazioni Unite, una roadmap di 17 buoni propositi che le Nazioni Unite hanno sottoscritto in tema di ambiente e sviluppo sostenibile. Ogni obiettivo tratta infatti un tema specifico e un obiettivo che auspicabilmente dovremmo riuscire a raggiungere entro il 2030.

Yourban ogni volta individua un muro e sceglie un obiettivo da raffigurare. Sempre a Roma, nel quartiere San Paolo, è stato realizzato, con una campagna di crowdfunding su GoFundMe, da JDL il secondo murale con vernice “mangia smog” dedicato stavolta al movimento LGBT, come chiaro messaggio contro l’omofobia.

La curiosità è fondamentale per questi interventi perché ti dà realmente la possibilità di capire cosa si muove in quel quartiere. Il progetto deve quindi partire necessariamente dall’ascolto del quartiere altrimenti queste opere rischiano di essere vandalizzate e osteggiate, per cui bisogna fare un lavoro antropologico, sociologico, parlando con le associazioni sul territorio e capirne le esigenze.

Il prossimo progetto in cantiere di Yourban è la realizzazione di uno “smart wall” attraverso un contest fotografico, nell’ambito dei MyLLENNIUM award2 2021 con la Fondazione Barletta, un contest dedicato a fotografi under 30 sul tema della resilienza della natura (R-factor): la natura deve resistere agli impatti distruttivi dell’uomo e reagire per cui i partecipanti devono focalizzarsi su quali sono le strategie di resistenza della natura attraverso uno scatto fotografico. La foto vincitrice verrà riprodotta su un muro a Roma attraverso un mosaico digitale.

Abbiamo intervistato Emanuele Leone, attualmente collaboratore presso Leo Burnett, in merito alle opportunità che gli si sono presentate anche grazie a IUAD

Ciao, mi chiamo Emanuele Leone e sono studente IUAD al secondo anno di specialistica in Art Direction & Copywriting, questa è la mia intervista:

Cosa ti ha spinto a non continuare gli studi con la  tua vecchia Università e iscriverti alla specialistica dello IUAD?

Quando ho terminato il mio percorso di studi all’università Parthenope a Napoli avevo tanti dubbi su quale doveva essere il mio percorso specialistico: il corso che avevo terminato, economia aziendale, mi permetteva di prendere tante strade diverse, in cuor mio sapevo che dovevo trovare qualcosa che mi potesse dare l’opportunità di esprimere al meglio me stesso e che soprattutto mi divertisse.

Cosa ti ha dato la formazione IUAD che altre scuole non hanno a tuo avviso?


La formazione IUAD per quanto mi riguarda potrebbe essere racchiusa in due parole: “professionalità e empatia”. Quando entri qui ti senti subito a casa, il rapporto con i professori è molto diretto, umano. Sai non soltanto di stare ad ascoltare dei professionisti che conoscono bene il loro mestiere, ma che ti guardano negli occhi, ti capiscono, comprendono le tue esigenze e le tue skills: riescono a farti sfruttare al meglio tutto ciò che hai nella tua testa e nelle tue mani.

Come ti sei preparato al Contest. Quale è la tua GOOD IDEA per il futuro?


Relativamente al concorso per ottenere la borsa di studio ricordo soprattutto il colloquio con il Presidente Michele Lettieri: immagino che vide nei miei occhi tanta determinazione e nelle mie parole tanta voglia di fare; non potrò mai ringraziarlo abbastanza.

Cosa ne pensi della didattica online proposta da IUAD. Vantaggi, svantaggi, funzionalità. Potrebbe essere utile anche dopo la pandemia?


Direi che senza la didattica a distanza avremmo avuto un “blocco” delle conoscenze: non sarebbe stato possibile continuare il nostro percorso di studi, conoscere cose nuove, lavorare su nuovi progetti. Quindi direi che non solo è stata positiva ma ci ha salvato la vita. Direi che anche in una situazione migliore la DAD potrà fornire aiuto a chi soprattutto non potrà partecipare di persona ad un particolare avvenimento o corso: un ulteriore modo per aiutarci a imparare sempre più.

Racconta come è iniziata la collaborazione Leo Burnett, Come ti ha messo in contatto l’Accademia con la suddetta agenzia, attualmente di cosa di occupi. Come ti vedi da qui a 5 anni. Obiettivi professionali, aspirazioni, prossimi step.


Il mio rapporto con la Leo Burnett parte da un evento che per quanto mi riguarda è “una mano tesa” per tutti i giovani creativi che vogliano trovare un posto nel mondo lavorativo: Il Grande Venerdì di Enzo. Durante quell’avvenimento ebbi l’opportunità di fare un colloquio con Francesco Martini, direttore creativo di Leo Torino, che ringrazio ancora oggi di avermi dato, dopo pochissimo tempo, l’opportunità di mettermi in gioco in azienda.
Incominciai quindi 6 mesi di stage che oggi si sono tramutati in tre anni di apprendistato come Junior Copywriter.
Da qui a 5 anni mi vedo più maturo lavorativamente parlando, spero ancora in Leo Burnett e soprattutto felice per i risultati ottenuti in questi anni.

Obiettivo prossimo sarà sicuramente apprendere il più possibile e il più velocemente possibile; prendere tutti questi insegnamenti e utilizzarli al meglio nei vari progetti.

Se ti dico: La Comunicazione digitale oggi. Quali sono le tue suggestioni, il tuo pensiero, tuo punto di vista.

Comunicazione Digitale per me è tutto il nostro mondo “2.0” che oggi, a causa della pandemia, ha fatto capire a tutti quanto sia diventato “indispensabile” per tutte le aziende esistenti: ormai entrato a gamba tesa in ogni momento della vita quotidiana delle persone.


Continuano gli incontri con professionisti del settore per i nostri studenti del corso di Design e Architettura degli Interni. Come ogni anno, abbiamo avuto il piacere di ospitare, stavolta virtualmente, Bruna Buglione, eclettica imprenditrice campana che da circa 20 anni si occupa di design.  Bruna ha condiviso con i ragazzi del terzo anno il suo percorso professionale, dal primissimo lavoro dopo la laurea in una falegnameria artigianale all’incontro durante il suo cammino con il Corian®, il materiale del futuro che ha la caratteristica di essere al contempo innovativo, plasmabile e assolutamente trasversale. Grazie ad uno spirito imprenditoriale e ad una intuizione vincente decide di mettersi in proprio ampliando piano piano lo staff e strutturando quella che oggi è la Bsolid, un’azienda leader nella lavorazione e nella produzione di componenti d’arredo in Corian® con sede a Trentola Ducenta (CE), a testimonianza che anche in questo campo non c’è bisogno di guardare fuori regione per trovare un’eccellenza. L’intesa con DuPont™, l’azienda che ha sviluppato e prodotto il materiale nel 1967, nasce nel 2005 e in poco tempo Bsolid entra a far parte del circuito internazionale Quality Network Corian® DuPont™.

Fin da subito la vision di Bruna, molto orientata al fare rete sul territorio, porta l’azienda a creare una stretta connessione tra imprenditoria, produzione e università, organizzando una serie di workshop in house per gli studenti universitari con l’obiettivo di fornire una conoscenza concreta del materiale e della sua lavorazione. I percorsi si sono conclusi spesso con una mostra dei progetti realizzati dai giovani designer, alcuni dei quali anche prototipati, per cui anche lo IUAD ha messo già in agenda, quando si potrà, un’attività formativa con questa interessantissima realtà. Bruna continua raccontando come ogni esperienza con il Corian® ha fatto nascere di volta in volta una nuova idea per poterlo integrare perfettamente in qualsiasi stile, dal minimalismo al maximalismo, e con qualsiasi materiale, mostrando la sua estrema versatilità. E’ un materiale infatti che nasce per l’arredo bagno e cucina nonché per i piani delle imbarcazioni ma nel tempo si è rivelato adatto ad ogni settore dell’arredamento sia d’interni che urbano, garantendo risultati eccellenti dalla segnaletica stradale all’impiego per opere in grande scala. Non a caso uno dei lavori più importanti e complicati realizzato dalla Bsolid è la fermata Metro Università di Napoli della Linea 1, una delle “Stazioni dell’Arte” nate da un progetto del designer industriale egiziano Karim Rashid, che ha richiesto 3 mesi di lavoro a testa solo per la realizzazione di ogni singola colonna nera, 4 in totale di cui due lisce e due che raffigurano il volto di una donna. Tutto prende vita da fogli e fogli di Corian® che una volta termoformati si prestano ad essere sezionati, incisi e assemblati senza alcun tipo di giunzione visibile garantendo la continuità visiva e diventando autoportanti e stabili. 

Un altro importante lavoro firmato Bsolid sono le supertecnologiche toilette dei treni Frecciarossa ETR 1000, dal design minimal e funzionale, che consentono l’accesso anche ai viaggiatori disabili, contribuendo a rendere confortevoli anche le lunghe percorrenze.

Ma la passione di Bruna per il design è sempre viva e inarrestabile: nel 2010 dall’esperienza di Bsolid ha origine il brand “Acquapazza”, una collezione di prodotti per arredo bagno (top, lavabi, piatti doccia, etc.) in Corian® disponibili in una vasta gamma di colori. La caratteristica di questa linea di prodotti è quella di essere altamente innovativa con un design accattivante ma allo stesso tempo funzionale, che rende molto di più protagonista il materiale. La plasmabilità del Corian® consente di creare progetti su misura rispondendo a precise richieste di personalizzazione da parte del cliente.

L’incontro con Bruna Buglione, la quale tra progetti realizzati, idee, spunti di riflessione e progetti in cantiere non ha mancato di esortare tutti ad essere continuamente curiosi e a guardarsi intorno per trovare nuove ispirazioni, ha decisamente appassionato i nostri studenti di interior design per circa due ore intense per cui non possiamo che esserle grati per aver portato una bellissima testimonianza di una storia imprenditoriale di successo femminile ed interamente Made in Italy (campana sic!).

Per maggiori informazioni su Bsolid è possibile navigare all’interno del loro sito web http://bsolid.it/ dove troverete un’ampia galleria di foto e di contenuti.

A breve online sarà disponibile anche tutto il catalogo prodotti Acquapazza al seguente sito http://www.acquapazzadesign.it/ . Nel frattempo è possibile dare uno sguardo alla pagina instagram @acquapazza e alla pagina Facebook “Acquapazza”.

Evoluzione

Come funziona la stampante 3D nel design del modello industriale?

La stampa 3D è l’intero processo di creazione di oggetti tridimensionali, estrapolati da file digitali.

É un processo additivo che permette la realizzazione di un oggetto strato dopo strato utilizzando diversi materiali plastici e non. Con questa tecnologia è possibile creare piccole serie, riprogettare il ciclo produttivo riducendo i componenti e ottimizzando le forme del progetto per rendere il prodotto finito il più possibile preciso e perfetto. I progettisti e designer possono avere una maggiore libertà di espressione, è possibile realizzare nuove forme, nuove geometrie, nuovi prodotti perché non vi sono più i limiti tradizionali, il tutto anche con un risparmio di tempo e di costi. I materiali utilizzati possono essere di varia natura, anche riciclati (polimeri, metalli, resine), a seconda di quello che è l’oggetto finale che si intende stampare. La vera svolta della stampa 3D nell’ambito del design del prodotto industriale sta nella possibilità di passare dal disegno digitale direttamente all’oggetto fisico, completamente manipolabile.
Per i creativi è un nuovo modo di pensare.

Per i designer le tecnologie digitali sono potenti strumenti al servizio della creatività. Consentono loro di dedicare più tempo al processo creativo e di sperimentare un maggior
numero di soluzioni grazie alla rapidità e all’efficienza del processo di prototipazione, avendo così la possibilità di presentare ai propri clienti un prodotto finito e funzionale.

All’interno dell’Accademia la stampa 3D è già realtà, a disposizione dei ragazzi di tutti i nostri corsi di
Fashion Design, Interior Design e Communication Design

Partendo dal concetto di artigianalità che contraddistingue la sua didattica, i nostri laboratori diventano modello di nuove tecnologie sul design in generale dove sono presenti tutte le attrezzature, sia artigianali con macchine da cucire per accessori come scarnitrici, a colonna e a braccio che quelle di modellazione digitale.

E’ una tecnologia moderna, fresca e rispettosa dell’ambiente, proprio come IUAD!

In questo articolo cura della Prof.ssa Matilde De Luca Consulente per finanza agevolata e progettazione di impresa

Docente di Design Management del Corso di I livello in Design della Moda e Coordinatrice dell’ Indirizzo Fashion Business & Management

Ci prefiggiamo di offrire degli spunti di riflessione su quelli che possono essere gli elementi fondanti su cui sviluppare un’idea creativa di successo nell’ambito del fashion system.

Saranno oggetto delle nostre riflessioni quattro elementi che sono stati definiti come i quattro pilastri del successo, di cui parleremo nei nostri successivi incontri.

Cominciamo con delle osservazioni sui due grandi players: il consumatore e l’impresa

Ricordiamo che il consumatore con l’analisi dei suoi bisogni e dei suoi desideri rappresenta il punto di partenza di ogni nostra riflessione.

La dinamica, piuttosto complessa che fa da sfondo è legata al fatto che il medesimo consumatore richiede contestualmente un’offerta all’interno della quale sia possibile, da un lato, una selezione idonea a consentire una possibilità di distinzione rispetto agli altri consumatori e dall’altro, uno strumento segnaletico attraverso cui il medesimo individuo, che desidera distinguersi, possa di fatto mostrare la propria appartenenza ad un gruppo o ad una comunità di persone unite da una visione condivisa e da valori condivisi.

Le imprese, dal canto loro, devono mantenere nel tempo una continuità nei loro processi di cambiamento, continuità che viene espressa e consolidata nel tempo, sedimentata nella personalità dell’azienda stessa. Codici che l’impresa puo’ rinnovare ma non sovvertire, o peggio ancora eliminare.

Inoltre le stesse imprese devono muovere complessi ingranaggi affinché gli obiettivi economico-finanziari necessari a mantenere il sistema-impresa, oltre l’equilibrio, siano raggiunti.

In questo scenario, l’innovazione trova manifestazioni molteplici, che si estendono a differenti aree di applicazione: innovazione nella produzione, innovazione nelle forme di comunicazione, innovazione nella commercializzazione, ma in questa sede affronteremo l’innovazione nello stile che ci appare come un interessante elemento di valutazione.

Definendo lo stile come una scelta estetica che riguarda i singoli capi di abbigliamento della collezione, le loro caratteristiche e la loro combinazione, si può affermare che l’innovazione in questo ambito si realizza attraverso la generazione di una risposta alla routine che si esprime con dei mutamenti di carattere incrementale e/o migliorativo che interessano i singoli elementi dello stile e cioè volumi, strutture, vestibilità, colori, tessuti o le modalità attraverso cui tali elementi vengono combinati tra di loro, superandone limiti e schemi.

Lo stile di ogni singolo capo prodotto diviene sia lo stile della casa di moda, sia l’identità di ogni collezione che si mostra in grado di assecondare i gusti di un consumatore sempre più esigente, evoluto, colto, versatile, educato al cambiamento continuo, ma anche un consumatore che si annoia facilmente. L’obiettivo si concretizza nel riuscire a proporre una moda che interpreti la naturale tendenza dell’uomo all’evoluzione e la sua ricerca di emozioni.

Uno stile in grado di dialogare con il consumatore, che crei una personalità da condividere con il consumatore stesso nel lungo periodo, dotato della capacità di catturare l’intenzione di acquisto come scelta personale, come esperienza e scoperta.

Questo è quello che si richiede al processo stilistico innovativo affinchè sia il primo tassello su cui fondare una realtà di successo.

Secondo pilastro è la maestria della moda italiana, la sua identità e la sua storia.

La moda italiana con la sua grandezza, oggi come allora, non è imitabile, né replicabile con nessun processo tecnologico, per quanto sofisticato e all’avanguardia esso possa essere, non si puo’ improvvisare e questo perché la sua essenza proviene dal passato. Piu’ precisamente è la risultante di secoli di storia, di esperienza, di interiorizzazioni, adattamenti e maturazioni. La sua identità è stata partorita da un paese con un tessuto culturale variopinto, dove l’arte si respira in ogni singolo vicolo del territorio. Un popolo, quello italiano, fatto di artigiani, mercanti, contadini, artisti, scienziati, poeti, filosofi, esploratori che hanno saputo utilizzare e trasformare attraverso la manualità, l’ingegno e l’impegno le risorse a disposizione in ricchezza; una penisola al centro del mediterraneo incontro di tante culture e di conoscenza, ospitale e disposta ad apprendere ed ampliare i propri orizzonti.

La grandezza della moda italiana si sostanzia ancora oggi in un processo votato all’eccellenza in tutte le fasi che portano alla creazione del capo di moda, prevedendo un approccio artigianale da bottega.

Tramandata per centinaia di anni è andata sempre piu’ specializzandosi e raffinandosi attraverso un sapiente connubio tra tradizione, evoluzione, creatività e tecnica.

Da nord a sud la moda italiana si racconta attraverso le storie e i successi di grandi e ispirati stilisti imprenditori. L’Italia vanta il primato delle città della moda, famose in tutto Milano, Firenze, Roma e poi c’è Napoli, una città vivace, geniale, espressiva, appassionata dove il gusto e l’eleganza nel vestire ne fanno da padrone, ancora oggi la città è il fulcro indiscusso dell’eleganza maschile nel mondo: un primato mantenuto grazie alla passione, alla innovata tradizione e, soprattutto, all’artigianalità, in grado di vestire manager, capi di stato, e chiunque voglia distinguersi, evitando il conformismo e la banalità.

La punta di diamante del Made in Italy appaiono proprio essere le sartorie napoletane, vera e propria eccellenza del territorio che vantano una storia antichissima. Risale al lontano 1351la nascita della Confraternita dei Sartori, parliamo di un’abile tradizione di quasi 700 anni, tutta made in Napoli! Ed è cosi’ che gli abiti, le camicie, le cravatte realizzati all’ombra del Vesuvio, sono vere e proprie opere d’arte che racchiudono in loro stesse la storia della città e il suo ingegno.

L’innovazione nello stile e l’identità sono elementi fondamentali per creare un prodotto moda competitivo e per permettere ad un’impresa di inserirsi sul mercato della moda, ma necessitano di essere supportati dalla qualità.

Le imprese del comparto moda oggi, si trovano ad affrontare sfide concorrenziali colossali per reggere il proprio modello di business e in queste battaglie si sono orientate spesso, e spesso ancora si orientano, verso l’ipotesi che onorare l’unico credo della massimizzazione della produzione e della vendita sia l’unica direzione da seguire. Compra, usa e getta… un paradigma non virtuoso

La visione che qui si propone è diversa.

Il punto di partenza è la riqualificazione del prodotto moda in tutte le sue fasi. A partire dalla ricerca dei materiali, dei tessuti, dei filati, dai dettagli di produzione come tagli, cuciture, assemblaggi, inserimenti di accessori, dall’affidabilità dei fornitori e dei vari partner della catena del valore, dalla progettazione della collezione, dalle metodologie produttive, fino ad arrivare ai servizi al consumatore finale, il tutto in un’ottica di impresa gestita, nel rispetto dei diritti e della dignità del lavoro e dell’ambiente.

Sicuramente diventa un punto di forza per il brand la possibilità di comunicare con trasparenza ai consumatori dove e come è stato prodotto un capo in tutte le sue fasi di lavorazione, se vogliamo la storia dello stesso prodotto fino ad arrivare al suo confezionamento. Utilizzare la tecnologia disponibile come il QR code, puo’ essere una risposta a questa esigenza.

Ora desideriamo soffermarci su un ulteriore aspetto della qualità e cioè il coinvolgimento emotivo del consumatore, un consumatore critico attento alle tematiche ambientali e sociali.

Un consumatore che, mentre compie una delle azioni piu’ gratificanti e personali tra quelle che è chiamato a svolgere e cioè scegliere un capo di abbigliamento per sé stesso o per qualcuno, in realtà, contribuisce in modo determinante affinchè il mondo inverta la rotta e cominci a considerare fondante, per il nostro futuro, la dimensione etica del fare impresa.

Il consumatore nell’indossare questo capo percepisce un insieme emozionale che supera l’oggettività e viene condotto verso la consapevolezza di far parte di qualcosa di molto piu’grande: l’obbligo morale di salvaguardare il pianeta.

L’oggetto di attività del fashion system rende le imprese che operano in questo settore uniche per la necessaria compresenza al loro interno di quella che è stata definita come una “doppia anima”. Con questa affermazione intendiamo riferirci ad una componente emozionale, gestita dai creativi ed ad una componente razionale, appannaggio dei manager che affiancano ed indirizzano l’attività dei primi.

La moda cosi’ coniuga intuito, creatività, ma anche management e organizzazione. Componenti che possono apparire discordanti, ma che in realtà devono e possono convivere affinché l’obiettivo ultimo del successo dell’impresa venga raggiunto.

Da una parte, infatti, i prodotti realizzati devono essere di moda, e devono racchiudere al loro interno un’elevata qualità, un’innovazione nello stile, avere un’identità e dall’altra, è necessario che l’azienda rispetti le regole base per una gestione efficace ed efficiente.

Si presenta, quindi, la necessità di effettuare un compendio tra esigenze diverse: i creativi sono costretti ad adeguarsi ai limiti posti dai vincoli economici e strategici dettati dal progetto di business, senza che ciò sminuisca però il loro estro e la loro capacità innovativa e, i manager devono anch’essi adattarsi al particolare contesto in cui operano e alle esigenze degli stilisti dalla cui attività dipende, in gran parte, il successo delle imprese di moda.

Si intuisce come sia auspicabile, la coesistenza di queste competenze all’interno della stessa figura professionale, in grado cosi’ di comprendere le varie esigenze nei diversi ambiti, gestire i diversi stakeholders, collaborare in modo efficiente e consapevole con essi, dirigere il lavoro conoscendo profondamente le dinamiche del core business e la direzione dell’impresa, analizzare costantemente il contesto operativo per individuare il vantaggio competitivo.

Risulta pertanto fondamentale che gli sforzi della formazione nell’ambito del settore in oggetto siano concentrati nel fornire gli strumenti affinchè sul mercato siano presenti stilisti imprenditori in grado di muoversi tra tessuti, progetti moda, piani strategici e obiettivi aziendali con armonia e fluidità. Un’evoluzione verso la managerializzazione dettata dalle attuali esigenze di mercato che si presenta caratterizzato da un crescente livello di complessità che rende ormai insufficiente il tradizionale approccio intuitivo dell’imprenditoria delle precedenti generazioni. Il mercato e l’impresa hanno bisogno di specialisti con competenze trasversali.

Tante le piccole e medie imprese operanti sul territorio, ma tante risultano essere poco managerializzate e a causa di questo gap rischiano di perdere quote di mercato o ancor peggio di non riuscire a garantirne la propria permanenza nel futuro.

Beneficeranno di questo nuovo approccio non solo la produttività e il successo aziendale, ma anche e soprattutto il consumatore. Il prodotto che arriverà sul mercato risulterà infatti, essere la sintesi di un attento processo di creatività e di ottimizzazione delle scelte declinata sia sui diversi rapporti della catena del valore sia sulla sua complessività, il tutto accompagnato da competenza e stile.