Mercoledì 3 Giugno, come terzo Ospite del format Virtual Conversation, è stato con noi il giovane designer Leonardo Talarico.

Leonardo ha chiacchierato online con gli studenti del corso triennale in Design Architettura degli interni.
Giovanissimo e talentuoso collabora con il Gruppo Cappellini, ma ha lavorato anche per altre importanti realtà di settore come Living Divani, MDF Italia e di recente si è dedicato all’autoproduzione diventando anche imprenditore e realizzando una collezione personale ed un proprio brand.
I punti di forza del suo lavoro sono la linearità, la purezza delle forme ma anche la cura dei dettagli.


Leonardo ha subito spiegato che per diventare un designer bisogna osservare molto e studiare la società e i suoi cambiamenti, senza farsi influenzare da altri colleghi, trovare la propria cifra stilistica ed essere riconoscibili anche quando si lavora con diverse aziende. Nel settore del design infatti, non basta essere bravi ma bisogna emergere. Oltre al talento ed allo studio, è anche necessario incontrare dei visionari che puntano sui giovani, dei buoni maestri che diventino punti di riferimento senza però lasciarsi influenzare troppo, per poter così trovare un proprio stile che fa la differenza. Per la sua personale crescita professionale, importanti sono stati gli incontri con Giulio Cappellini ed il suo “caos ragionato” ed Henry Timi, il cui design estremo sconfina nell’arte che lo ha spinto ad osare e sperimentare.


Nella sua attività si è occupato non solo di oggetti di arredo ma anche di exhibit design.

Tra i vari progetti mostrati e raccontati ricordiamo quello per Alcantara dove ricreando un paesaggio quasi futuristico e minimal, rivestendo di questo tessuto della spugna utilizzata come pavimento è riuscito a dimostrare quelle che sono le proprietà e le qualità dello stesso, facendo vivere anche un esperienza al cliente che è sempre attivo e mai passivo verso ciò che osserva. Questa attenzione verso il fruitore e l’azione è una delle altre caratteristiche peculiari dei suoi lavori.
Un buon designer deve essere inoltre capace di sperimentare, infatti Leonardo Talarico, ha anche lavorato nel fashion realizzando una limited edition di mocassini per Tod’s ed una collezione di borse limited edition per l’azienda Up to You Anthology, dove utilizzando forme e linee geometriche ha reinventato un nuovo modo di indossare questo importante accessorio.


Leonardo ci ha mostrato alcuni oggetti della sua collezione in uscita a settembre 2020 dedicata al metallo e caratterizzata soprattutto da una serie di oggetti di arredo, in particolare l’interesse è stato capitalizzato da un vaso realizzato con tre semplici linee ma che può prendere forme diverse, è in effetti il vaso a disegnare la struttura del fiore.


L’intervento è terminato con una serie di riflessioni legate al momento storico che stiamo vivendo a causa della pandemia; la quarantena che abbiamo tutti affrontato ci ha fatto comprendere quanto “la casa” sia un luogo importante in cui bisogna sentirsi a proprio agio e quanto sia necessario trascorrere il tempo in un ambiente confortevole, bello e funzionale. Inoltre in quanto designer, si è anche interrogato sulla questione della prevenzione e dell’igiene per trovare soluzioni alternative ad una parete in plexiglass, che tende ad allontanare le persone. A questo proposito sta lavorando ad una lampada da tavolo che illumini e igienizzi lo spazio circostante abbattendo così inestetiche barriere.
Leonardo Talarico, nonostante sia un giovane designer, ha dimostrato in tutti i suoi lavori di aver uno stile proprio e riconoscibile cosa che ha fortemente consigliato anche ai nostri studenti di trovare, partendo dall’osservazione della società e sfidando i propri limiti.

I nostri studenti del corso triennale di Design della Moda hanno dato il benvenuto virtuale a Simone Guidarelli, uno dei più noti e apprezzati fashion stylist d’Italia nonché fashion editor da anni per importanti testate di moda.


Simone è stato protagonista di una virtual conversation in cui ha raccontato di sé e del suo interessante e particolare percorso professionale nella moda, spiegando come si sia avvicinato a questo settore in maniera del tutto casuale, mentre la sua vita sembrava essere orientata su un binario completamente diverso con una specializzazione in psicologia clinica. Contestualmente ad una primordiale carriera da psicologo, infatti, comincia per puro caso a collaborare come assistente per uno stilista scozzese che all’epoca lavorava tra gli altri per Alexander Mc Queen e Hussein Chalayan, il quale aveva bisogno di qualcuno che lo aiutasse nella realizzazione dei mood ed è così che Simone comincia a muovere i primi passi nel mondo della moda, scoprendo, anzi dando voce, ad una passione forse mai realmente ascoltata. Da lì è stato un susseguirsi di incontri e momenti che hanno definito con chiarezza il suo percorso, passando attraverso un’esperienza con la rivista Elle fino ad approdare alle copertine di Vanity Fair Italia. Il messaggio che lancia agli studenti è per questo molto chiaro: lo studio da solo non basta, nella vita, a parte un pizzico di fortuna negli incontri che non guasta mai, è necessario avere costantemente curiosità verso tutto ciò che ci circonda, osservare e saper mettere insieme tutte le informazioni, rielaborandole in maniera propositiva ed emozionale. E’ così che ha vita un vero processo creativo, al di là della conoscenza che resta comunque l’investimento più importante per poter costruire un senso di sé con impegno e dedizione. Pone infatti come esempio la sua esperienza di co-branding con Bentley Milano, una delle più note case automobilistiche di lusso al mondo. Non conoscendo il settore e non avendo particolare interesse per le macchine, ha dovuto studiare da zero il cliente per capire in che modo nel processo di acquisizione del valore un’automobile arriva a costare 500.000 euro. E anche lì, ha scoperto un mondo che ignorava conquistando un ennesimo arricchimento culturale. Che è fondamentale per non essere banali.

Ed è questo il messaggio conclusivo dell’incontro terminato con le domande degli studenti: ognuno costruisce da sé il proprio percorso assorbendo gli stimoli esterni, osando e spingendosi oltre.

Mercoledì 20 Maggio 2020 si è aperta la serie di incontri dal titolo Virtual Conversation, in cui alcuni ospiti e professionisti del mondo del Design della Moda e della Comunicazione si raccontano attraverso seminari online destinati ai nostri studenti.

Ogni ospite presenta la propria esperienza personale, il percorso seguito per arrivare poi alla realizzazione professionale, lasciando una visione personale circa la situazione attuale del design system.
Il primo ospite è stato Roberto Barbazza Sales & Marketing Manager per B&B Italia!


B&B Italia è un’azienda italiana leader nel settore dell’arredo di design a livello internazionale, sia domestico (B&B Italia Home Division) che collettivo (B&B Italia Contract Division).
L’headquarter è a Novedrate (Como), a nord di Milano, e vanta una prestigiosa sede progettata nel 1972 da Renzo Piano e Richard Rogers.
Durante l’incontro, Barbazza ha presentato agli studenti della triennale in Design e Architettura degli Interni, non solo la realtà aziendale, storica e attuale, con le sue numerose sedi nel mondo ma ha anche mostrato una serie di progetti realizzati dalla divisione contract dell’azienda sottolineando che il punto di forza del design italiano, è la cura del dettaglio, della qualità dei materiali e la tecnica.
Ogni progetto nasce infatti da un disegno che poi viene esaminato da architetti e ingegneri, una volta superato questo step si passa all’esecutivo con la realizzazione prima di un prototipo, poi del prodotto fino alla sua installazione.


Tra i prestigiosi progetti presentati ne evidenziamo alcuni: i Bulgari Hotel (Dubai, Shangai e Pechino) il Rolex Club (Dubai ) e l’affascinante progetto Blulagoon Retreat in Islanda dove la sfida è stata anche quella di utilizzare materiali nuovi, come la lava islandese completamente diversa da quella italiana lavorata da artisti del luogo che hanno cooperato con artigiani del legno brianzoli.


Alla fine dell’incontro è apparso chiaro che il settore del design e dell’architettura è un settore in crescita, tanta è la richiesta di tecnici con competenze nell’utilizzo dei software CAD di nuova generazione e di project manager.
Inoltre il design italiano per la sua attenzione al dettaglio e alla customizzazione del progetto o del prodotto è sicuramente il più desiderato su scala mondiale.
Barbazza conclude lanciando poi una sfida ai giovani designer del futuro e cioè quella di affrontare e superare una certa cultura italiana restia al innovazione ma anche la complessa burocrazia, puntando alla realizzazione di nuovi progetti creativi più coraggiosi nel nostro Paese.
Questo incontro ha dato vita anche ad una collaborazione con l’azienda sempre attenta a scovare nuovi talenti, buona fortuna ai nostri ragazzi dunque, per le nuove opportunità che potranno nascere da questo importante incontro formativo.

GRANDE SUCCESSO PER DEMETRA, IL FASHION SHOW PARTENOPEO A CURA DELLA GIOVANISSIMA NOSTRA STUDENTESSA e STILISTA EMERGENTE FABRIZIA CACACE, TENUTOSI PRESSO IL REAL MUSEO MINERALOGICO DI NAPOLI

Circa 200 il numero dei partecipanti, tutti invitati dalla Cacace per assistere alla presentazione delle sue due collezioni “Geometric Ocean F/W”, nata dallo studio degli elementi oceanici e soprattutto “Mineral Space F/W”, nata interamente dallo studio dei minerali e delle rocce, collezione senza la quale Demetra non avrebbe beneficiato della suggestiva location del Real Museo dei Minerali.

Il grande sostegno da parte delle autorità

E’ stato bello constatare la presenza del sindaco Luigi de Magistris e dell’assessore al patrimonio, ai lavori pubblici e ai giovani Alessandra Clemente, che hanno da sempre sostenuto l’iniziativa.
Demetra è stato un evento culturale a tutto tondo a cui anche il presidente Bcc Amedeo Manzo ha preseziato, sempre attento a manifestazioni in cui sono valorizzati talento e importanza del territorio.
Una collezione che, per sperimentazione e tecnica, ci appare destinata alle passerelle della Fashion Week milanese. Il focus della manifestazione della Cacace va ben oltre la presentazione di una collezione di moda e si pone innanzitutto come momento di riflessione su problematiche attuali e sull’importanza di comprendere il potenziale del made in Naples.

Ha sostenuto la Cacace fin da subito, mettendo a disposizione tempo e impegno, l’assessore Alessandra Clemente: “Sia io che il Sindaco De Magistris crediamo con grande forza e determinazione che le istituzioni della città devono dare forza non con le parole, ma con i fatti al talento dei ragazzi e delle ragazze di Napoli. Qualche anno fa, quando avevo soltanto 25 anni, il Sindaco ha immaginato che dovessero esserci dei ragazzi nell’assessorato e questa è stata una grande sfida, una sfida collettiva di crescita, di bellezza e di forza nel nostro territorio che mi ha insegnato che a credere in te dev’essere innanzitutto la città nella quale sei nato. Siamo tanto felici questa sera perchè crediamo in Fabrizia e nella forza collettiva della cultura della nostra città. Ci tengo a ringraziare il Real Museo Mineralogico che ci accoglie e con grande creatività e innovazione diventa un partner meraviglioso della sfilata di questa giovane stilista”.

Entusiasta dell’iniziativa anche il Sindaco di Napoli Luigi de Magistris: “Con piacere ho accettato l’invito perchè quando ci sono talenti nella nostra città bisogna assolutamente sostenerli e ho apprezzato molto anche la scelta di questo lavoro che mette insieme natura, minerali, moda, design, talento. Questa è Napoli e bisogna convincersi di questo, io ne sono convinto da tempo. Ogni giorno scopriamo tante bellezze tra tante sofferenze. A Fabrizia vanno i complimenti miei, di tutti quelli che l’hanno sostenuta e all’Accademia della Moda che fa un lavoro importante nella nostra città”.

Amedeo Manzo, Presidente Bcc, ha aggiunto: “In un mondo fatto di parole, dichiarazioni, proclami, fa da contraltare il mondo dei fatti, dei programmi seguiti dai risultati, delle idee divenute imprese, start-up. Proprio ciò che abbiamo visto nell’evento Demetra, proprio ciò che la BANCA di Credito Cooperativo di Napoli porta avanti da sempre sostenendo i giovani e l’innovazione”.

Una manifestazione che ha permesso a tutti i presenti non solo di assistere alla sfilata di moda unica nel suo genere, ma anche di apprezzare le teche e le bellezze della struttura ospitante, diretta dal dott. Piergiulio Cappelletti, “Ospitare qui Fabrizia e il suo evento di moda è stato un piacere immenso. Iniziative come queste costituiscono anche un modo per mettere in risalto le bellezze del territorio napoletano. A me piacerebbe molto se queste manifestazioni si intensificassero e il Museo diventasse una location abituale per eventi come questo, in cui i partecipanti hanno l’interesse e la sensibilità per apprezzare realmente quanto di bello e unico possiede la nostra città”, ha affermato il direttore del Real Museo Mineralogico di Napoli.

L’iniziativa costituisce anche un modo per mettere in risalto le bellezze del territorio napoletano, riscoprendo la suggestiva location del Real Museo Mineralogico: a seguito della sfilata, tutti gli invitati hanno avuto la possibilità di apprezzare le teche e le bellezze della struttura.

Una sfilata degna della Fashion Week di Milano

La kermesse, ispirata e dedicata alla moda made in Naples, ha visto sfilare venti abiti, tutti ideati, progettati e realizzati dalla giovane stilista partenopea e il cui mood di ispirazione trae origine dalla natura e dall’oceano.

Durante la manifestazione, infatti, si sono alternati momenti artistici e culturali che hanno concentrato l’attenzione dei presenti sullo stretto legame che da sempre unisce la moda alla natura; lo stesso legame che ha permesso la nascita della collezione targata Cacace.

A presentare l’evento, l’attore napoletano Diego Sommaripa che ha brillantemente intrattenuto i partecipanti, invitandoli alla riflessione in merito a svariate tematiche, dal ruolo del made in Naples all’attuale e oramai improrogabile questione ambientale, con particolare riferimento alla situazione in cui riversano gli oceani. A chiudere l’evento la bravura e simpatia dell’attrice Francesca Romano Bergamo.

A sfilare, sulle note selezionate dal dj Biagio Franco, ben 15 modelle, curate nel trucco dalla make up designer Malvina Passaro, nel parrucco dal team L’orel parrucchieri e fotografate dal noto ph partenopeo Roberto Jambice. A curare le riprese video, Insane Studio.

Volti fra gli invitati, dalla bellissima cantante e attrice Anna Capasso, a Rosa Praticò, Presidente sportello donna presso Confesercenti Napoli, ai giovani attori Amedeo Andreozzi e Giulia Todaro, Oliver Tahir, noto ingegnere informatico partenopeoe tanti altri.

Una nuova sfida e una grande opportunità per i nostri studenti:
Quest’anno gli allievi del Corso Triennale di I livello in Design e Architettura degli Interni si occuperanno del progetto di ristrutturazione de la “Casa del Guardiano” in località “Chianiello”, collocata tra i monti Lattari sul territorio di Angri .
Sorge tra i monti Lattari, su di una radura con una vista fantastica, collocato sul territorio di Angri, in località Chianiello.



Il Rifugio ha una superficie di 100 mq con sedici letti, cucina, camino e servizi. E’ gestito dall’associazione “Gli Amici della Montagna” che lo ha gestito con una conduzione impeccabile che affonda le radici nella passione che l’associazione ha per i monti cittadini e non solo.

I nostri ragazzi, guidati dal professor Francesco Vitiello avranno quindi la possibilità di condurre il restyling del rifugio montano situato nel Parco regionale dei monti Lattari.
La progettazione richiede un sensibile approccio alle tematiche dell’integrazione nel paesaggio e all’eco-sostenibilità, due temi oramai di vitale importanza. Nel ridisegnare il rifugio, gli studenti dovranno pensare ad uno spazio in cui il rapporto uomo/natura viene radicalmente sovvertito proponendo ai fruitori un nuovo modello dell’abitare.

La natura non è sfondo o cornice dell’architettura ne tanto meno uno spazio di cui impadronirsi ma il requisito necessario per vivere ed abitare.

I progetti quindi proporranno soluzioni capaci di integrare gli elementi del paesaggio nell’architettura sia all’esterno che all’interno senza delimitare o tracciare confini tra lo spazio destinato all’uomo e quello destinato alla natura. 

Il design sostenibile (chiamato anche eco design o design ecologico) è la progettazione di un prodotto di un sistema, sociale o economico, nel rispetto dell’ambiente.

L’intento del design sostenibile è quello di “eliminare completamente l’impatto negativo sull’ambiente attraverso un design intelligente e sensibile”. La progettazione sostenibile coinvolge principi quali riduzione, riuso e riciclo, montaggio/smontaggio/autocostruzione, uso di energie pulite e rinnovabili, riduzione delle emissioni nocive, scelta dei materiali, analisi, certificazione e dematerializzazione del prodotto-servizio.

Applicazioni

Dalla progettazione di piccoli oggetti di utilizzo quotidiano alla realizzazioni di aree urbane, il design sostenibile trova applicazioni in numerosi settori: architettura, architettura del paesaggio, design urbano, progettazione urbanistica, ingegneria, grafica, design industriale, architettura degli interni e design della moda.

Sono molte le professioni emergenti nel campo green, diamo una veloce occhiata ad alcuni dei mestieri più in crescita nel campo della difesa ambientale:

Progettisti, installatori e venditori di impianti fotovoltaici

Il settore dell’energia solare è in fortissima espansione. Le lauree nell’ambito dell’ingegneria sembrano essere le più adatte per intraprendere una carriera nella progettazione del fotovoltaico, ma sono molto richiesti anche gli installatori ai quali è richiesto semplicemente una qualifica di elettricista e un corso di formazione. Molto richiesti anche i venditori d’impianti fotovoltaici: per intraprendere questa strada si consiglia inizialmente di affidarsi a una rete in franchising.

Esperto di Bioarchitettura e Biodesign

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Un altro settore in crescita nel campo della Green Economy è senza dubbio quello dell’architettura e dell’edilizia a impatto zero.
Questi “architetti verdi” fondono le loro conoscenze nel campo dell’edilizia a quelle ecologiche e paesagistiche, occupandosi dei progetti delle aree verdi delle città o di vasti giardini.
Ma il fiore all’occhiello della Bioedilizia restano le Case Ecologiche, o case passive, progettate con strategie strutturali finalizzate al risparmio e all’autosufficienza energetica, costruite ovviamente con materiali biocompatibili, prevalentemente in legno lamellare.

Ingegneri e supervisori turbine eoliche

Anche il campo dell’energia eolica offre molte possibilità: il settore infatti è in continua crescita e si stima che nel 2020 quello dell’eolico sarà il campo delle energie rinnovabili con maggiori possibilità.

Eco-chef, eco stilisti e green hair stylist

Uno scatto proveniente dalla collezione ecosostenibile di Gabriella Mangiapia, studentessa IUAD, presentata all’ultimo Fashon Graduate Italia,

Chef che utilizzano solo alimenti biologici, parrucchieri che creano tinte ed impacchi solo su base vegatale senza l’impiego di solfati, stilisti che realizzano tessuti da materiali di scarto: sono queste le ultime frontiere perché ormai l’eco sostenibilità sta toccando anche la moda e la cucina.

IUAD in prima linea per l’ecosostenibilità

I concetti di sostenibilità ambientale, sono piuttosto nuovi tra i professionisti italiani, e dunque la penuria di persone specializzate ne fa un settore perfetto per i neolaureati che intendono inserirsi in questo mondo con successo.

Così come nella moda il discorso dell’ecosostenibilità ha avuto un enorme sviluppo, anche grazie alle campagne di sensibilizzazione di GreenPeace, che hanno contribuito ad una variazione dei metodi di lavoro delle più grandi multinazionali di moda e tessuti; anche il settore dell’edilizia dovrà per forza adeguarsi creando migliaia di nuovi posti di lavoro per accogliere nuovi professionisti.

Proprio per questo abbiamo deciso di offrire Il nuovo corso accademico di II livello in “Ecodesign e Bioarchitettura”, con cui intendiamo formare i professionisti della progettazione sostenibile. Gli studenti saranno in grado di progettare oggetti d’uso con lo scopo di ridurre al minimo l’impatto ambientale dell’intero ciclo di vita del prodotto, dai processi di produzione e dai materiali utilizzati, fino alla durata e alla possibilità di riciclo del prodotto stesso.

Architettura sostenibile

L’architettura sostenibile progetta edifici sostenibili con l’obiettivo di ridurre gli impatti ambientali durante la produzione di componenti per l’edilizia, la costruzione e il ciclo di vita dell’edificio.

Una questione di primaria importanza nell’architettura sostenibile è l’ubicazione, poiché se quest’ultima non dovesse essere appropriata, causerebbe molti danni di inquinamento a causa degli spostamenti che le persone sarebbero costrette a fare.

Un altro aspetto importante è l’aggiornamento della struttura, piuttosto che l’abbattimento. Come nel caso di Abu Dhabi, i cui edifici governativi, commerciali ed istituzionali hanno subito un retrofitting, ovvero un aggiornamento retroattivo allo scopo di soddisfare nuove esigenze, per ridurre il consumo di energia e acqua, anziché la demolizione e ricostruzione di una nuova struttura.

Principi del design sostenibile

Il design sostenibile ha alcuni principi generali:

  • Utilizzo di Materiali sostenibili: materiali riciclati o riciclabili, realizzati secondo processi produttivi che utilizzano energie alternative.
  • Risparmio energetico: utilizzo di processi produttivi o prodotti per ridurre i consumi energetici.
  • Qualità e durabilità: maggiore resistenza all’usura per ridurre i rifiuti prodotti.
  • Design e riciclo: previsione di un secondo utilizzo per l’oggetto prodotto, sia come materiale sia come funzione.
  • Minima diversità dei materiali: diversità dei materiali all’interno dei prodotti multicomponenti ridotta al minimo per promuovere lo smontaggio.
  • Risorse rinnovabili: materiali provenienti da fonti rinnovabili locali o bioregionali gestite in modo sostenibile, con la possibilità di compostarle quando non sono più utili.

Architettura degli interni sostenibile

L’architettura degli interni si occupa di creare un ambiente sano ed estetico; combinando ed estetica in materiali ecocompatibili. L’architettura degli interni ha la capacità di sfruttare il vero potere dell’architettura sostenibile.

La figura dell’architetto degli interni deve considerare aspetti come la scelta di vernici, adesivi e altro durante la fase di produzione. Inoltre, anche prima di iniziare il processo di costruzione deve tenere conto di aspetti che potrebbero danneggiare l’ambiente; per esempio, è necessario l’acquisto di prodotti in aziende locali sostenibili, l’acquisto di materiali riciclati e altro ancora.

Design ecosostenibile e Riciclo

Il riciclo e la sostenibilità sono oggi parte fondamentale del percorso creativo di designer e aziende. Elementi come lampade, decorazioni murali e sgabelli sono spesso realizzati in materiali recuperati.

Accanto a questa ricerca di innovazione, sempre più spesso si dà valore agli oggetti di antiquariato: restaurare un vecchio mobile riduce l’impatto ambientale dell’80% e permette la realizzazione di prodotti originali ed esclusivi.

Inoltre, ogni volta che acquistiamo un elemento di design è importante soffermarsi sulla sua durabilità e sul suo ciclo di vita: non è più il tempo del fast design, ma anzi, abbiamo bisogno di verificare la longevità di ogni oggetto per investire il nostro denaro in modo attento e sostenibile.