Venerdì 9 Giugno gli studenti del secondo e terzo anno del corso di Design e Architettura degli Interni hanno incontrato in Aula Magna, l’architetto Carlo Biasia, Special Projects Architect per Interni Magazine, una delle più importanti riviste di design in Italia, fondata nel 1954 e diretta dal 1994 da Gilda Bojardi.
Entusiasta della sua visita in una Napoli in fermento e completamente colorata di azzurro scudetto, Biasia condivide un po’ della sua storia con gli studenti. Vive e lavora a Milano da anni ma si è formato come architetto a Venezia, conseguendo una laurea magistrale in Architettura (specializzazione paesaggio con una tesi di progettazione e fotografia) e studiando anche arte contemporanea, urbanistica e storia.
Si occupa da quasi 15 anni di arte contemporanea, moda e design di prodotto e attualmente lavora per Interni Magazine come special projects architect e in particolare lavora nel team Eventi per la curatela e l’organizzazione generale del Fuorisalone. Scrive anche per i numeri speciali della testata.

Carlo Biasia ph: Settimio Benedusi


Durante il suo incontro con gli studenti IUAD ha sottolineato importanza dell’informazione e della comunicazione quando si parla di progettazione. Grazie non solo al metaverso ma anche a internet sempre più accessibile e aperto, le informazioni raggiungono tutti gli utenti in qualsiasi momento e in qualsiasi luogo. L’intelligenza artificiale per la formazione è importante, ma è ancora più fondamentale fare la “differenza”, ovvero trovare l’elemento di unicità, perché il progettista è l’unico a poter avere sempre un controllo finale sulla “macchina”.
E’ importante inoltre progettare in maniera consapevole, capire e informarsi sul design che ci circonda (industrial design, graphic design, product design, ecc) per arrivare a produrre economia circolare. Bisogna considerare tutti gli aspetti correlati al progetto, in modo che il punto di vista dello spettatore non sarà mai univoco, ma dovrà avere sempre elementi diversi che lo stimolano. Per questo, Biasia individua 3 diverse fasi della progettazione: ideazione, sviluppo e comunicazione, sottolineando come la progettazione non è mai un processo individuale ma un atto collettivo, corale in cui devono essere necessariamente coinvolte professionalità diverse.

Tra le varie attività di comunicazione, di particolare rilevanza negli ultimi decenni sono gli eventi dedicati al settore, tra cui il più importante di tutti in Italia è il Fuorisalone di Milano durante la Milan Design Week.
L’idea di un evento dedicato al design al di fuori dei padiglioni chiusi del Salone Del Mobile nasce intorno agli anni 90, quando c’era l’esigenza di avvicinare al prodotto d’arredo un pubblico che non fosse composto dagli addetti al settore ma anche, ad esempio, da studenti universitari. La città di Milano, ridefinita “Design City” è il luogo ideale come punto di riferimento perché in essa confluiscono tutta una serie di energie e stakeholder, partendo dalle aziende di produzione in Brianza, che non volevano essere più all’interno di caotici padiglioni fieristici ma in un contesto più aperto e creativo. La strategia migliore per un’azienda a quel punto era entrare nelle università perché sono spazi che hanno uno scopo divulgativo del sapere e della cultura, con installazioni e non prodotti, con progetti concettuali ed esperienziali, creando in questo modo tantissime occasioni per comunicare e raccontare interagendo con lo spettatore.
Per questo oggi, in particolare con l’avvento dei social, le aziende chiedono ad architetti e designer di progettare installazioni che siano al passo con la comunicazione digitale, in particolare quella che avvicina in maniera diretta ed emozionale lo spettatore.


Biasia, che oggi si occupa in prima persona della curatela dell’evento per la rivista Interni Magazine, assieme al team e sotto la direzione di Gilda Bojardi, spiega ai ragazzi quanto sia fondamentale, creare dei flussi di esperienze affinché tutto quello che è all’interno dello spazio espositivo si possa osservare a 360 gradi e fotografare. Per questo l’oggetto, il prodotto va pensato come fruito da qualcuno. La mostra andrà quindi sempre valutata nel suo complesso, che sia quanto il più armonico possibile, in base al concetto che l’evento vuole esprimere.
Il Fuorisalone è ad oggi un evento unico e di respiro internazionale che richiama ogni anno circa 300 mila visitatori coinvolgendo progettisti, allestitori, aziende e blogger da ogni parte del mondo. Ogni anno arrivano circa 120 progetti nella redazione di Interni Magazine, di cui ne vengono selezionati circa 40 che trovano spazio all’interno dell’Università Statale di Milano, con un lavoro di cantiere incessante di 45 giorni, che coinvolge circa 40 architetti e uffici stampa.
Infine, Biasia ha chiesto agli studenti di architettura di mostrare i propri progetti. Questo è stato un momento di confronto fondamentale per la loro formazione e crescita professionale. Termina poi il suo intervento con un messaggio diretto ai nostri studenti e in generale, a tutti i futuri designer:


Il consiglio che mi sento di dare a uno studente di architettura e design che sta facendo un percorso trasversale e multidisciplinare è di provare a rischiare un po’ di più e di cercare nelle discipline afferenti al mondo dell’architettura ossia la musica, la filosofia, le arti visive quei riferimenti che permettano di eseguire progetti “fuori dagli schemi, ma secondo le regole”. Studiate i colori dei grandi maestri del rinascimento ma anche le forme dell’arte contemporanea, dalle linee di Carlo Scarpa, Luigi Caccia Dominioni, l’atteggiamento di Vico Magistretti e di Achille Castiglioni, ma anche l’energia di Gaetano Pesce, Philip Stark e Karim Rashid. E infine utilizzate sempre la casa da progettare come un grande laboratorio di idee.”


Prima di salutarci, Carlo Biasia, ci ha informato in anteprima, sul tema del prossimo Fuori Salone 2024 : “Cross vision”. Continua a seguire il blog per altre anticipazioni.
Stay tuned!

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Annamaria Palatucci ex studentessa IUAD della Specialistica in Art Direction & Copywriting, è stata selezionata tra i 9 creativi italiani che voleranno a Barcellona per prendere parte all’High Potential Programme, evento di talent scouting promosso da ADCE ( Art Directors Club Europeo).

Il format dell’evento prevede la selezione di 50 giovani tra i più creativi e talentuosi scelti in oltre 18 paesi, che avranno l’opportunità di presentare in un tempo massimo di 5 minuti, il loro miglior progetto accademico e guadagnandosi la possibilità di accedere a colloqui di speed recruitment con i maggiori esponenti rappresentanti di 10 agenzie creative di stampo internazionale.

L’evento di 2 giorni si svolgerà in presenza a Barcellona il 18 e 19 maggio al Disseny Hub e includerà una serie di attività, workshop, speed dating finalizzato alla realizzazione professionale.

Un’opportunità unica per identificare e proteggere le menti creative che daranno forma al futuro dell’industria creativa. I giovani talenti si giocano, infatti, la possibilità di poter fare una prima esperienza lavorativa in una multinazionale di pubblicità europea.

Annamaria Palatucci studentessa di Art & Copy selezionata dal High Potentials Programme
Annamaria Palatucci studentessa di Art & Copy selezionata dal High Potentials Programme

Annamaria ha convinto la giuria di esperti presentando il suo progetto di Tesi in Advertising “Silentium” realizzato insieme alla collega Copy Gaia di Maio. L’abbiamo incontrata per congratularci con lei e chiederle maggiori informazioni sul suo lavoro:

“In Italia il 15% delle coppie soffre di infertilità, una tematica di cui si parla poco e che è oggetto di stereotipi, tabù e stigma sociale.
In questo scenario, le coppie infertili sono sottoposte continuamente a domande scomode o “raptor” fatte loro dagli over 60, una generazione che non comprende il cambiamento dei nuovi stili di vita favorendo incomprensioni e distanza.
Nasce così l’idea di una purpose co-branding activation tra Amazon Pharmacy e Parole Fertili che presentano Silentium, il farmaco non farmaco per il trattamento sintomatico delle domande scomode. Al suo interno un blister completamente vuoto e un bugiardino sensibilizzano le persone e le invitano a rispettare il silenzio. Inoltre una cartolina dal doppio formato, cartaceo o digitale, aiuta le persone a chiedere scusa con l’invio di un messaggio di positività ad una coppia che soffre di infertilità. Attraverso una 360° integrated campaign vengono diffusi su diversi canali, online e offline, messaggi di interruption marketing per simulare l’effetto sorpresa che hanno le domande scomode”.

Annamaria, ha frequentato allo IUAD anche il corso Triennale in Design della Comunicazione. Abbiamo visto sbocciare e crescere il suo grande talento in questi ultimi cinque anni. Siamo quindi tutti molto orgogliosi di questo primo traguardo, certi che sarà solo inizio delle tante soddisfazioni che le riserverà il suo futuro professionale. Non resta che darle un grande in bocca al lupo per questa nuova avventura europea.

¡Buen viaje!

Silentium progetto di tesi di Annamaria Palatucci e Gaia Di Maio
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Per il terzo anno consecutivo dopo la vittoria delle studentesse IUAD, Claudia Pauzano e Nadia Battista, Emanuele Cobalto, iscritto al Corso Triennale Design della Comunicazione, ha vinto il premio ADCI per i Giovani Leoni 2023. Una competizione indetta dall’Art Directors Club italiano, che gli permetterà di volare a Cannes dal 19 al 23 Giugno per rappresentare l’Italia presso la prestigiosa Roger Hatchuel Academy Cannes Lions, un programma intensivo creato dal Festival Internazionale della creatività per i nuovi talenti emergenti internazionali.

Emanuele Cobalto studente IUAD di Design della Comunicazione
Emanuele studente IUAD di Design della Comunicazione

Emanuele ha vinto realizzando un video in cui presenta sé stesso, le sue passioni e le sue aspettative: “La mia ispirazione principale è stata la serie di Osvaldo Cavandoli, intitolata “la Linea”. Ho scelto di utilizzare solo illustrazioni. Non avevo intenzione di mostrare la mia faccia e la mia voce, ma ho voluto parlare di me attraverso la musica e con giochi di parole. Il concetto di “spinta” è centrale nel mio lavoro, è un omaggio a mio padre, che era disabile. Un tempo io spingevo lui, magari per questo premio è lui che ha dato a me una spinta”.

Lo abbiamo incontrato, ancora visibilmente emozionato e sorpreso, per saperne di più del suo progetto:

  • Il contest chiedeva agli studenti di presentarsi realizzando un video; una richiesta solo in apparenza facile, in realtà sappiamo bene che non è facile descriversi. Nel tuo caso quali aspetti della tua personalità hai voluto comunicare?

Ho voluto raccontarmi attraverso le mie passioni, l’illustrazione e la musica. Sono una persona molto estroversa, nella vita organizzo anche eventi musicali ma in questo video ho voluto mostrare anche la mia parte più intima e solitaria, nonché un momento difficile della mia vita: la perdita di mio padre. Ma il messaggio alla fine resta positivo, perché ho voluto dimostrare che anche quando si cade, bisogna essere capaci di rialzarsi.

  • La musica è una tua passione ma quanto influenza i tuoi progetti?

Moltissimo, è parte della mia vita, quando non disegno, ascolto musica. In questo progetto ho mixato insieme almeno sei track diverse. Trascorro le mie giornate ascoltando musica, facendo video oppure disegnando, tutto questo fa parte di quello che sono.

  • Ti descrivi anche come aspirante Copy. Da cosa nasce questo tuo interesse?
il video di Emanuele Cobalto premiato dall’ADCI

La passione per la scrittura e la lettura è qualcosa nata già quando ero ragazzino, poi ho frequentato il classico e amavo molto il greco. Le parole mi affasciano e vorrei migliorare questa competenza. In realtà anche Graphic Design e Art Direction mi piacciono molto come materie, voglio apprendere più competenze possibili e poi sperimentare.

  • Cosa ti aspetti dalla tua prossima esperienza a Cannes presso la prestigiosa Roger Hactuel Academy?

In questo momento non riesco ancora a crederci, devo ringraziare i miei docenti che mi hanno spronato a realizzare il mio progetto. Sono molto felice ma anche confuso. Sicuramente mi aspetto di incontrare colleghi ma soprattutto professionisti, voglio approfittare di questa occasione e crescere in termini tecnici e creativi.

  • E dopo Cannes? Terminati i tuoi studi, quale professione vorresti svolgere?

Domanda difficile, ma sono certo che non voglio pormi dei limiti. Probabilmente anche da freelance continuerei a realizzare video e illustrazioni, proverei a scrivere contenuti, o perché no, farei anche volentieri un’esperienza in agenzia. Per ora sono certo che la creatività è il mio mondo, il mio futuro perché è parte di me, non potrei fare altro.

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L’Accademia IUAD da sempre investe nel talento dei giovani creativi, che desiderano specializzarsi nel campo della comunicazione oltre che della moda e degli accessori. Per questo motivo, ha indetto il bando di Borsa di studio TOP10 rivolto ai laureati o laureandi che desiderano acquisire competenze teorico pratiche, offrendo gli strumenti e le conoscenze più richieste dal mercato del lavoro.

Non è un caso, infatti che ben il 95% degli studenti, dopo aver conseguito il titolo specialistico in Art Direction & Copywriting e in Design dell’Accessorio, in meno di un anno, ha avuto un’esperienza di lavoro nel settore. La ragione di tale successo è da ricercare anche nel metodo didattico sperimentale e sempre aggiornato, in linea con le richieste delle aziende e delle agenzie. Tale metodo trova applicazione attraverso le attività in aula e in laboratorio svolte da uno staff docente esperto, composto da professionisti in grado di simulare, durante le lezioni, processi e modalità di lavoro tipiche della realtà lavorativa di settore.

Le opportunità di lavoro nel mondo della comunicazione.

La percentuale di inserimento lavorativo, nel settore della comunicazione, dipende da diversi fattori: livello di istruzione, esperienze lavorative, le abilità tecniche e la situazione economica del mercato. In generale, il settore offre molte opportunità di lavoro, soprattutto per i professionisti altamente qualificati in diverse aree tra cui: la pubblicità, il marketing, la produzione audiovisiva e il web design. Inoltre, la digitalizzazione ha avuto un forte impatto, con un aumento della richiesta di professionisti specializzati in digital marketing, social media e tecnologie dell’informazione.

Il Copy e l’Art Director: la coppia creativa della comunicazione.

Tra i protagonisti principali del mondo della pubblicità (e non solo!) troviamo la figura del Copywriter e dell’Art Director, una coppia creativa che collabora insieme per comunicare valori e identità dei brand, ideare prodotti, produrre contenuti social, realizzare spot e campagne pubblicitarie.

Il Copy e l’Art Director sono due professionisti che lavorano a stretto contatto, il Copywriter si occupa della scrittura dei contenuti testuali, mentre l’Art Director si occupa della parte visiva; l’obiettivo è quello di comunicare in modo chiaro ed efficace l’idea o il prodotto da promuovere. Partendo proprio dall’analisi del prodotto o del servizio da comunicare, insieme individuano i punti di forza e gli elementi distintivi da veicolare sui vari canali. Una volta individuati questi elementi, il Copywriter inizia a scrivere i testi, l’Art Director crea il concept visivo, si occupa quindi della realizzazione della grafica, della scelta dei colori e delle immagini.

Se l’idea di comunicare un prodotto o un brand, attraverso la forza delle immagini e delle parole, ti affascina e ti piace il gioco di squadra, questo potrebbe essere il percorso adatto a te.

Il Mercato degli Accessori e le principali figure professionali:

Il mercato delle calzature e della pelletteria in Italia è un settore molto importante e con una lunga tradizione. L’Italia è uno dei principali produttori di scarpe e prodotti in pelle al mondo, con alcune delle marche più prestigiose a livello globale.

Secondo i dati dell’Associazione Nazionale Calzaturifici Italiani (ANCI), il settore della calzatura in Italia conta circa 4.500 imprese e impiega oltre 75.000 persone. Nel 2020, nonostante l’impatto della pandemia da COVID-19, il settore ha registrato un fatturato di circa 9,6 miliardi di euro. Il settore della pelletteria è altrettanto importante conta 32.800 addetti e circa 4.550 imprese attive.

Le principali professioni legate al mercato delle Calzature e della Pelletteria.

Il designer di scarpe e borse è responsabile della creazione di nuovi modelli e stili di calzature e accessori in pelle. Questi professionisti oltre ad avere una forte sensibilità estetica e conoscenza dei materiali e delle tecniche di produzione, devono essere in grado di tenere conto delle tendenze della moda e delle esigenze dei clienti.

Gli sviluppatori di prodotto sono responsabili della ricerca e dello sviluppo di nuovi materiali e tecnologie per la produzione di scarpe e borse. Questi specialisti devono avere una buona conoscenza delle proprietà dei materiali e delle tecniche di produzione. Inoltre, devono essere in grado di identificare le esigenze del mercato e sviluppare nuovi prodotti che soddisfino tali esigenze.

In sintesi, le professioni del settore delle scarpe e della pelletteria spaziano dalla progettazione e produzione allo styling e al marketing; richiedono conoscenze tecniche, estetiche e di mercato, nonché buone capacità di comunicazione. Con la giusta formazione e l’esperienza, queste professioni possono essere altamente gratificanti e offrire numerose opportunità di carriera.

Per conoscere tutto sui percorsi specialistici e come accedere anche alle altre agevolazioni per la formazione di II livello, ti consigliamo di partecipare ai prossimi Open Day online di Aprile. In alternativa, contatta i nostri orientatori e fissa un incontro in sede per una guida personalizzata alla scelta del tuo futuro.

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La Graduate Fashion Foundation ha promosso, quest’anno un contest in collaborazione con la start-up di moda sostenibile Untagged, aperto esclusivamente agli studenti che frequentano l’ultimo anno del corso triennale in Design della Moda presso le università associate alla Graduate Fashion Week.

Per partecipare al concorso, è stato richiesto ai giovani designer di progettare e confezionare un capo realizzato con abiti di seconda mano e senza materiali vergini. Gli studenti vincitori avranno l’opportunità di lavorare con il Team di designer 3D della Graduate Fashion Foundation al loro capo digitale e l’NFT finale sarà messo in vendita.

Tra i finalisti del contest c’è anche Anna Ruggiero, studentessa del Corso triennale di Design della Moda. A breve conosceremo il vincitore, intanto, le abbiamo rivolto qualche domanda sul suo progetto per condividere con lei le sue emozioni in questo momento di attesa:

Anna Ruggiero studentessa di Design della Moda

Perché hai deciso di partecipare al contest internazionale “Untagged X GFF Upcycling & NFT Design Competition” dedicato al upcycling?
Vi racconto la mia storia. Prima di appassionarmi alla moda lavoravo il legno, costruivo pinne per surf board riciclando pezzi dagli skate. Poi ho provato a realizzare una gonna usando vecchi jeans di mio fratello. Mentre mi occupavo di questo progetto, mio padre osservandomi, comprese subito che mi stavo appassionando alla moda. Poco dopo, una sera è tornato a casa da lavoro con la mia prima macchina da cucire. Quando la docente di Fashion Design ci ha informato sulla possibilità di partecipare a questo concorso internazionale, ho accettato subito perché penso sia un modo divertente di sfruttare la creatività; l’idea di realizzare qualcosa di nuovo da un capo o da capi già esistenti è entusiasmante. Mi piace stuzzicare la mia fantasia per immaginare, progettare e poi ricreare una seconda versione di un prodotto, un po’ come dargli una seconda vita, una seconda anima.

Raccontaci del tuo progetto: A cosa ti sei ispirata?
Per il contest ho deciso di creare un vestito usando sempre i vecchi jeans di mio fratello ma ispirandomi al mito della sirena Parthenope, simbolo della mia città “Napoli”. Ho voluto creare un look seducente ed ammaliante proprio come il canto di Parthenope.

Hai Incontrato difficoltà nella fase esecutiva?
No, devo dire che è stato divertente, soddisfacente, quasi terapeutico… Infondo per me ri-creare è una necessità! Ho iniziato a tagliare i vari pezzi di denim dalle tasche, al cinturino, ai bordi quasi a scomporre il jeans e seguendo il progetto che ho disegnato. Successivamente ho iniziato a posizionarli sul manichino, poi mi fermavo, osservavo l’evoluzione del progetto e cercavo di dare armonia al tutto.

Parthenope il progetto di Anna Ruggiero per il contest GFF X UNTAGGED

Ti aspettavi di arrivare tra i finalisti?
Ho voluto semplicemente provarci… un po’ per gioco, un po’ per passione; trovo sempre stimolante cimentarmi in questo tipo di progetti, quindi non ho pensato al premio, né mi aspettavo di arrivare tra i finalisti, è stata un’emozione fortissima perché ti rendi conto che realmente, quando fai qualcosa con studio e passione, questo viene percepito e apprezzato.

Pensi di continuare la tua ricerca ed il tuo impegno verso una moda più Green?
In realtà ho già intrapreso la strada della sostenibilità, infatti 3 anni fa sono andata a vivere in Costa Rica e proprio lì ho creato il mio brand “BIANKALÚ” (La luce Bianka della luna) ed una linea Green e Slow fashion. Ho deciso di tornare in Italia quando ho scoperto lo IUAD tramite la pagina social. Mi affascinava il percorso di studi e la sensibilità dell’Accademia verso l’ecosostenibilità.
Sono felice della mia scelta perché i miei docenti e i miei colleghi sono per me un’ispirazione incredibile.

Proprio in questi giorni la giuria del contest sta valutando i capi dei finalisti, facciamo un grosso in bocca al lupo ad Anna sperando di poter pubblicare un nuovo articolo dedicato alla sua vittoria 😉

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