Una delle caratteristiche fondamentali dei percorsi formativi IUAD Accademia della Moda, è la promozione di attività che permettano, ai giovani creativi, di entrare in contatto con tutto ciò che riguarda il maercato del lavoro, andando oltre le aule e le ore di lezione. Sono esperienze che consentono, agli studenti, di mettere a sistema le competenze acquisite sperimentando nuovi contesti e nuove relazioni. Un interessante attività , di recente, ha visto coinvolti una trentina di allievi del corso di Design e Architettura degli Interni.

Dal mese di giugno, gli studenti sono stati infatti impegnati per la prima volta con Call IOU – Interior Outdoor Urban, un workshop formativo pratico organizzato dall’Ordine degli Architetti di Napoli nato per dare visibilità ai giovani professionisti e alla loro creatività.  Il progetto, giunto alla seconda edizione e coordinato dall’Arch. Aniello Tirelli, consigliere dell’Ordine, vede impegnati team di giovani architetti supportati dai nostri studenti sulla progettazione di spazi tenendo conto dei materiali presenti sul mercato grazie alla collaborazione di imprese lungimiranti che hanno messo a disposizione la loro esperienza e il loro prodotto. 10 aziende per 8 incontri formativi hanno fornito di volta in volta le nozioni sui prodotti e i materiali ai partecipanti, che di rimando hanno risposto con nuove idee progettuali e innovative per il loro utilizzo. Gli incontri si sono tenuti presso lo Spazio 121 , un’innovativa area multifunzionale situata nella periferia sud di Napoli che diventa spazio di co-working, dove condividere idee, progetti e materiali. Le aziende che hanno preso parte con entusiasmo al progetto sono tutte rigorosamente eccellenze del Made in Italy:

Ogni workshop, della durata di una giornata, inizia con un brief da parte dell’azienda che detta le linee guida della progettazione con l’aiuto di un tutor aziendale. La presenza degli studenti IUAD è legata soprattutto alla parte di impaginazione e comunicazione di ogni singolo progetto, competenze fondamentali che acquisiscono durante il percorso formativo utilizzando software per disegnare e comunicare sempre più sofisticati dedicati sia alla modellazione sia alla grafica, che non solo offrono strumenti per generare prospettive digitali sempre più realistiche ma riescono a simulare progetti complessi e ricchi di soluzioni formali e tecnologiche.

I progetti nati da ogni singolo team in gara sono finalizzati alla partecipazione ad un bando di concorso per la riqualificazione del complesso didattico Marconi nel centro storico della città di Bacoli, in provincia di Napoli, al fine di riadattarlo a spazio intergenerazionale di co-abitazione o di co-working che sia green, funzionale e accogliente. Ogni progetto sarà valutato da una giuria di personale qualificato e il primo premio per il team vincitore è di 5000 euro.

La conclusione dei lavori è stata formalizzata durante l’ottava edizione di Arkeda, il Salone dell’architettura, del design e dell’arredo, che ha luogo presso la Mostra d’Oltremare nel mese di dicembre. L’Arch. Tirelli, in presenza degli studenti che hanno lavorato alla progettazione e seguito con entusiasmo e impegno ogni singolo incontro con le aziende, ha presentato il progetto in collaborazione con IUAD raccontando il percorso di progettazione fatto in questi mesi durante ogni workshop.

Avanti così!

Photo credits: Dario De Simone

Un interessante webinar ha coinvolto due dipartimenti dello IUAD; I nostri allievi di Design e Architettura degli Interni e della specialistica in Design dell’accessorio hanno avuto infatti modo di incontrare Giulia Battistini, Communication Manager di Manifattura di Domodossola s.p.a. , leader nella produzione di articoli intrecciati per le industrie della moda, della pelletteria e dell’arredamento. Azienda a carattere familiare con uno stabilimento totalmente immersa nel verde ai piedi della Alpi, Manifattura nasce nel 1913 e si occupa inizialmente della produzione di corde e funi per le navi, nonché della fornitura di stringhe per l’esercito italiano. Negli anni ottanta c’è stata una svolta nella produzione non solo dal punto di vista della ricerca e della sperimentazione, ma anche della lavorazione: la difficoltà in passato di connettersi con i fornitori ha portato alla decisione di internalizzare i cicli produttivi, circostanza che consentiva di conoscere da vicino le materie prime che arrivavano grezze in azienda e che dovevano essere poi trasformate.

Da quel momento l’azienda grazie anche ad una grande capacità produttiva ha acquisito piano piano il monopolio nel settore degli intrecciati, con un occhio sempre vigile e attento all’ambiente lavorando da sempre anche con materie prime ecosostenibili come cuoio riciclato, poliestere riciclato, neoprene e kevlar.
Il core business dell’azienda è stato per molto tempo quindi l’intrecciato semilavorato fino a quando è stato deciso di gestire internamente tutte le fasi di lavorazione, circostanza che garantisce al 100% la qualità nella produzione totalmente Made in Italy.


Grazie alla versatilità dei lavorati e alla possibilità di usarli in maniera trasversale, sono quindi nate due business unit aziendali che danno il nome ai loro marchi: Athison , borse, cinture e accessori per animali dal semilavorato al prodotto finito tutto internalizzato in azienda, e Oxilla prodotti dedicati all’arredamento di lusso versatili e funzionali, adatti a rivestire grandi parenti di yacht, aerei, residenze private, negozi e hotel oppure per impreziosire mobili, sedute o piccole colonne.

La produzione di Manifattura è diretta per la maggior parte al mercato internazionale, con al primo posto la Francia e gli USA, a seguire Giappone e Spagna. Del resto si sa, il prodotto Made in Italy è sempre apprezzato in ogni angolo del mondo. A seguito della pandemia e dell’esigenza di adattarsi al cambiamento che ha investito un po’ tutti i settori di produzione, anche Manifattura ha applicato un processo di riconversione del modello di business con il lockdown, cominciando a produrre immediatamente elastici per le mascherine grazie ad una capacità produttiva di 100 mila metri di elastici al giorno forniti gratuitamente alle aziende produttrici di mascherine monouso.

Al termine del webinar, Giulia Battistini ha poi presentato la nuova edizione del contest Intreccincantiere dedicato ai giovani designer under 35, che vede l’assegnazione di premi per 4 categorie: migliore creazione pelletteria, migliore creazione/ progetto interior design, migliore creazione calzatura, migliore creazione Pet. Lo IUAD promuove questo contest presso i suoi studenti, l’edizione del 2021 per la categoria pelletteria è stata vinta proprio dal giovane designer, Giovanni Matola, iscritto al corso specialistico di Design dell’Accessorio.

Gli studenti sono stati tutti molto soddisfatti di questo momento di approfondimento e di formazione nell’ambito dei tessuti per il design, infatti lo IUAD sostiene spesso questo tipo di confronto e scambio con partner aziendali, espressione del Made in Italy.

Interni Cappela Santa Caterina

Il Museo Diocesano di Salerno ha aperto per la prima volta le porte ai nostri studenti del corso triennale in Design e Architettura degli Interni nell’ambito del “Salerno Do Design”, due giornate formative (11 e 12 novembre) organizzate dal Gruppo Design, Tessile, Sistema Casa di Confindustria Salerno, con il sostegno della CCIAA di Salerno. L’iniziativa nasce per riflettere sul continuo divenire del design, sul valore che ha nel ridisegno della società, degli spazi domestici e pubblici, sul sempre più articolato rapporto con le nuove tecnologie, i nuovi materiali, l’innovazione. Il design indagato, quindi, nelle sue molteplici, intelligenti dimensioni, non da ultima la capacità di creare relazioni e conoscenza. Per questa edizione luce puntata in particolare su quattro ambiti: design del lusso, designability, design circolare e design delle arti.

docenti e studenti del corso di Design e Architettura degli Interni

A margine dell’incontro formativo, dedicato ad architetti professionisti ed esperti del settore, i nostri studenti hanno avuto l’opportunità di esporre 10 pezzi di design nella Cappella Santa Caterina con la mostra “Il design, l’arte dell’imperfezione”, curata dagli architetti Salvatore Colasanto, Giovanni Maione e Vincenzo Esposito, già docenti IUAD. I ragazzi sono stati impegnati in maniera serrata nei giorni precedenti alla mostra per l’allestimento delle due sale dedicate, compresa quella che ha visto protagonisti i prototipi delle aziende facenti parte del Sistema Casa della Confindustria di Salerno, affidatisi per l’occasione alla creatività e alle competenze dei nostri studenti. Il concept dell’idea creativa della mostra prende spunto in maniera provocatoria da una massima del designer Bruno Munari “L’uovo ha una forma perfetta benchè sia fatta con il culo”: l’uovo è stato sempre uovo, l’ellisse è stata sempre ellisse, nessuno ha mai messo in dubbio la perfezione di queste forme. Eppure il design perfetto per tutti e per tutto in fondo non esiste. I nostri studenti hanno esposto dei prototipi, alcuni progettati e realizzati per l’occasione, altri per la partecipazione ad alcuni concorsi di design, per cui l’intento è quello di trasmettere il concetto che un progetto può sempre essere perfezionato e trovare la sua giusta collocazione nello spazio e nel tempo.

L’inizio dell’estate è stato ricco di successi per gli studenti dello IUAD. La pandemia non ha fermato la voglia di continuare a mettersi in gioco con impegno e dedizione, riuscendo a raggiungere importanti traguardi a livello nazionale ed internazionale. Oltre allo studio intenso e continuo, c’è chi ha scelto di partecipare a concorsi dedicati a giovani designer per mettere in pratica le competenze acquisite e soprattutto arricchire il proprio portfolio. Mai sottovalutare infatti l’importanza di gareggiare per un concorso.

Partiamo da Raffaella Petraccaro, laureanda del corso triennale di Design della Moda, ha vinto il premio Innovation Artefact by Crisden per la sezione Product Design con la sua collezione di accessori “Homo Homini Lupus Est”, in occasione della Graduate Fashion Week di Londra. Raffaella ci racconta così la sua collezione: “La mia capsule di accessori “homo homini lupus” nasce dall’idea di fondere le caratteristiche di un accessorio dallo stile classico con quelle di uno dallo stile più “utility”. Ho preso come uomo di riferimento un uomo potente e assetato di potere; spietato in un contesto sociale e lavorativo. Infatti troviamo richiami a borse ventiquattrore e badge in plexiglass da impiegato. Scarpe e borse sono state realizzate interamente a mano in laboratori artigianali italiani, in vera pelle e pelliccia. L’elemento che contraddistingue le scarpe della collezione sono le suole, poiché composte da due blocchi in micro puntellata, con forma squadrata poco frequente nell’estetica di una sneakers. Per il secondo modello di calzatura, il sandalo, ho realizzato una tomaia di tipo Chanel, utilizzata generalmente per la donna, caratterizzata da pelle cocco con applicazioni di piercing in metallo.”

Quest’anno per la prima volta in assoluto i nostri studenti del biennio specialistico in Design dell’Accessorio hanno avuto modo di partecipare ad Intreccincantiere, un concorso annuale promosso dall’azienda Manifatturiera di Domodossola, un’eccellenza del Made in Italy nella produzione manifatturiera di tessuti e filati intrecciati che ha fornito gratuitamente i tessuti per lavorare ai prototipi di calzature e pelletteria. Il premio della categoria pelletteria è andato a Giovanni Matola, che ha realizzato una borsa in rafia con fantasia animalier spaziosa e funzionale, adatta ad un target di donna molto flessibile. Il prototipo verrà industrializzato in house ed entrerà a far parte della collezione Athison, il brand di pelletteria dell’azienda, e verrà aggiunto ai prodotti presenti sul sito e-commerce Mirta.com ottenendo una grande visibilità.

A Salerno il 23 e 24 giugno si è svolta la quinta edizione degli IFTA Italian Fashion Talent awards 2021 il contest organizzato da Ifta-Independent fashion talent association volto a promuovere il genio artistico di designer emergenti. Sono stati premiati 3 studenti  IUAD, tra cui la vincitrice assoluta Serena Visconti con una collezione menswear fatta di capi trasformabili e multifunzionali. La sua collezione “Light intersection” si fonda sul principio logico del rasoio di Occam, che per la risoluzione dei problemi, a parità di risultati, indicava di scegliere la via più semplice. Portando questo concetto nella vita pratica scegliamo di radere tutto il superfluo, semplificare. A ciò vengono incontro la multifunzionalità e la trasformabilità dei capi come il doppio trench che diventa mantella, la camicia in cotone organico dalla linea essenziale e l’anorak nei colori a contrasto su cui campeggia la scritta anti –consumo: ”All you really need is less”. Con il riconoscimento ricevuto, Serena Visconti avrà la possibilità di produrre la capsule collection presentata in finale, un tutorial per la creazione del proprio marchio, un buono di 5.000 euro messo a disposizione da McDonald’s – Salerno per l’acquisto di materie prime “Made in Italy” e la chance di sfilare nell’edizione 2022 di IFTAwards. Ad Annalisa Palmisano è andato il Premio “Showroom” per una linea di capi creata con i vecchi corredi di famiglia, una collezione che dalla stagione primavera-estate 2022 sarà distribuita da “Livia Gregoretti Showroom” di Milano, mentre il Premio della critica è andato a Francesca Cuozzo per l’utilizzo di materiali ecocompatibili e la tecnica di confezionamento.  La sua capsule “Parietal Eye” è infatti espressione di bellezza selvaggia che si ispira al mondo dei rettili combinata alla sua visione etica della moda. Già da tempo prestigiosi atelier hanno detto addio all’uso di pelli e pellicce per le loro collezioni, mentre l’industria del fashion sperimenta fibre e tecniche per non farcele rimpiangere.

Good job everyone!

Johan Ramirez ha vinto un premio durante lo ????? ??????? ?????? contest,  il concorso di idee dedicato a designer, progettisti e architetti under 40 promosso da 20 aziende del comparto Design, Tessile e dal Sistema casa di Confindustria Salerno.

Johan ha appena terminato il suo percorso in Accademia dopo aver completato con successo la triennale in Design ed Architettura degli Interni.

Aris è un progetto iniziato da un viaggio, nel quale la natura è la principale attrazione. Partendo da questo concetto è nata l’idea di un progetto ispirato ad un fiore, trasformando il tutto in un gioco per bambini, sviluppandosi fino alla crescita dello stesso.

Aris è diviso in 3 parti: Aris Draws, Aris Learns e Aris Logic.

? Aris Draws, comprende un parte a forma di piccolo petalo nella quale vi si trovano piccoli solchi per i pastelli. Una seconda parte è creata per appoggiare i fogli in modo che non si pieghino e né si macchino. Infine il petalo più grande serve da appoggio per disegnare ed introdurre gli altri due pezzi.

? Aris Learns, disegnato a forma di scatola e contenente diverse illustrazioni che aiutano il bambino ad imparare i colori, le forme e ad associare immagini simili come forme geometriche, animali od oggetti.

?Aris Logic, composto da tre puzzle con due disegni a scelta. Giocando con i puzzle i bambini stimolano la motricità, migliorano la coordinazione occhio-mano ed esercitano la concentrazione e la pazienza.
In seguito alla crescita del bambino, dietro all’ultimo pezzo di puzzle, vi è un panello di sughero utilizzabile per attaccare foto, note ecc.

La forma prende ispirazione da un fiore chiamato Moraea Aristata: è una bell’esemplare di pavone di fine inverno e primavera, con fiori bianchi ed occhi azzurri iridescenti che variano da un azzuro chiaro ad uno profondo.
L’idea della forma di questo progetto, parte dall’idea di voler prendere in considerazione un elemento naturale come fonte di ispirazione per trasformarlo.
Il materiale utilizzato per questo design è il plexiglas, considerato in diversi colori.
Il prodotto può essere venduto con tutti e tre i pezzi insieme, per lo sviluppo completo del bambino.
Ogni pezzo è leggero e sottile, con uno spessore massimo di 3,3cm. Si può realizzare scegliendo una palette fissa di colori o realizzare l’oggetti per incarico di personalizzazione.

Iscriviti anche tu al nostro corso di Interior Design , dove la creatività è al centro di ogni progetto utile nel quotidiano

Il tema della ecosostenibilità è molto sentito, all’interno della IUAD Accademia della Moda, non è un caso che gli studenti di moda e design si stiano muovendo in questo senso, conducendo nuove ricerche e soluzioni combinando un design bello e funzionale che preveda l’utilizzo di materiali non inquinanti.

Tra i vari progetti di ecodesign, abbiamo selezionato quello della studentessa del corso triennale in Design e Architettura degli Interni: Maria Grazia Iannibelli, 24 anni nata a Maratea (Pz ). Maria Grazia racconta che frequentare il corso di design presso lo IUAD le ha permesso di apprendere metodologie e competenze che le permettono di effettuare scelte progettuali più consapevoli.

Il suo progetto ha preso vita, un anno fa in pieno lockdown, quando il docente di Eco Design, l’Arch. Giovanni Maione, ha proposto agli studenti, dato il periodo di pandemia, di immaginare delle soluzioni per portare nelle abitazioni, la natura, elemento che mancava a tutti noi.

Attraverso un’attenta ricerca ha scoperto il mondo della ceramica che ha scelto poi per la sua tesi di laurea;

Nel mio progetto di tesi, lo scopo è quello di combinare il tema della creatività con quello dell’innovazione nell’ambito dell’ecodesign e nel settore della ceramica”. I manufatti così realizzati, sono caratterizzati da un concept ispirato alla natura e dall‘essenza della materia prima, per progettare quindi, oggetti in completa armonia con la natura e con l’ambiente, imprimendo sul materiale appena steso elementi imprescindibili degli alberi. La collezione in grès refrattario è composta da quattro set, caratterizzati da una particolare attenzione al legame tra prodotto, sensorialità e territorio di produzione.

Infatti, questo tema è per me molto caro in quanto, si tratta di un progetto radicato nel territorio, nei suoi colori, nella fonte d’ispirazione e nei suoi materiali.

Secondo Maria Grazia Il primo vero punto di forza del progetto è la capacità del disegno e dell’oggetto di fondersi creando effetti materici e di chiaroscuro, trasmettendo emozioni sensoriali toccando o semplicemente osservando l’oggetto che ci riporta inevitabilmente a pensare alla natura. Molti decori infatti, seguono la sinuosità degli anelli annuali dell’albero, dei rami, delle foglie, fiori e frutto. Un attento studio di forme e cromie ed una lavorazione completamente artigianale garantiscono un’altissima qualità e unicità del prodotto finito. Secondo punto di forza, non meno importante, è l’unicità, l’imperfezione in quanto nessun prodotto artigianale – a differenza di uno industriale – può essere identico a un altro ed è proprio la lavorazione artigianale della ceramica che lo rende prezioso e irripetibile.

La prima parte del suo progetto si concentra in particolare sulla lettura della nascita e della produzione della ceramica a partire dalla preistoria, fino a citare i più importanti centri di ceramica delle botteghe italiane. Successivamente, ha studiato la tecnologia delle ceramiche artigianali, partendo dallo studio dei tipi di ceramica fino ad arrivare al processo di lavorazione, che comprende 5 fasi necessarie per la realizzazione dei manufatti. Nella lavorazione è importante considerare degli aspetti che hanno delle ricadute sull’ambiente: energia, rifiniture apiombiche e smaltimento. Definita la ricerca teorica e gli schizzi che sintetizzano l’idea del manufatto, inizia la fase di realizzazione che vuole stimolare le percezioni emozionali, attraverso la vista e il tatto, portando la natura e il design a tavola. La tecnica per la stampa dei motivi ornamentali, che completa questa ricerca stilistica, prevede l’utilizzo di calchi in gesso, al fine di imprimere venature sul materiale appena steso. Infatti i prodotti realizzati devono saper attivare i nostri sensi, farcendoci emozionare e rendendoci felici di avere una relazione e un coinvolgimento sensoriale/emotivo con il manufatto.

La collezione si compone di quattro linee con una serie di articoli per la tavola e ogni linea ha un nome che la identifica in maniera univoca. Sono nomi molto evocativi e rispecchiano il concept, attraverso la ricerca etimologica del nome dell’albero: Quercŭs Collection – Ceresium Collection – Castanĕa Collection – Olīvum Collection.

Quando le abbiamo chiesto cosa si aspetta nel suo prossimo futuro e nella sua carriera, Maria afferma che vorrebbe diventare una brava designer in grado di gestire l’attività di progettazione mettendo sempre al centro di ogni progetto l’uomo e l’ambiente, attraverso l’innovazione e la ricerca dei servizi al fine di migliorarne la qualità di vita.

Per chi desiderasse iniziare una carriera nel design e nella progettazione degli interni, invitiamo a seguire i prossimi Open Day dello IUAD che si terranno il 27 Maggio prenotandosi dal sito https://www.accademiamoda.it/open-lab/