“Inclusion”,ovvero, Inclusione tra arte e moda.

Questo il titolo della mostra, promossa dall’ Assessorato alla Cultura e al Turismo del Comune di Napoli, di cui sono protagoniste le idee in movimento degli studenti dell’Accademia della Moda IUAD di Napoli, che appunto ispirati dalla poetica di Daniel Lismore, colui che ha reso la propria vita un’opera d’arte.

Il progetto espositivo di Daniel Lismore, curato da Nunzia Garoffolo, si sviluppa in un percorso in cui si intrecciano e dialogano i lavori degli studenti dell’Accademia e quelli dell’artista inglese per la prima volta in Italia con una sua Personale.

Un lavoro ma anche un progetto di vita quello di Lismore, che si può riassumere nel monito “Be yourself,everyone else is already taken”, imperativo categorico che invita ad essere sé stessi, celebra l’individuo, la libertà di essere, pensare e vivere, tracciando in modo autonomo e consapevole il proprio cammino di vita.
Un avvincente percorso espositivo, enfatizzato da installazioni olfattive impreziosite da fragranze create dall’ artista stesso, di cui sono assoluti protagonisti i suoi autoritratti, concepiti come vere e proprie sculture tridimensionali a dimensione reale, concretizzazione della Gesamkunstwerk wagneriana, ossia l’opera d’ arte totale in cui più canali di comunicazione dialogano tra di loro.

Ad accompagnare l’iter, composizioni musicali realizzate appositamente per l’artista da Einar Orn celebre musicista islandese. Le sculture e i suoi teatrali assemblaggi vestimentari che le adornano, unendo pezzi di alta moda, vintage e preziose stoffe, tracciano una visionaria antropologia che parla del sé, dell’inconscio, di identità, sollecitando e incoraggiando la riflessione sull’ individuo, inteso come singolo, e al tempo stesso sull’umanità nella sua vitale e colorata multiformità. Una dialettica, questa, frutto di una ricerca personale e di esperienze di vita dell’artista, che si avvale di “tra-vestimenti” -ovvero l’andare oltre il vestirsi -quale metafora e monito dell’agire, ossia spingersi oltre l’elemento materico del sé e della vita stessa per cogliere l’immateriale, i valori dell’umanità nella sua pienezza, vanificando la dicotomia tra realtà e apparenza.

Due intere sale sono state dedicate alle opere degli studenti di Fashion Design dello IUAD. Gli studenti hanno potuto così esporre i propri lavori fianco a fianco con l’eclettico artista britannico da cui nasce il titolo della mostra “Inclusion”.
E’ stata finora pressochè nazionale la copertura dei media sull’evento con continui servizi sulle principali testate settimanali e quotidiani e servizi in onda sui TG nazionali, un evento che ha saputo dare visibilità e lustro sia agli studenti dello IUAD che alla città stessa di Napoli.

Un invito a guardarsi dentro dunque, a far emergere l’inconscio,spesso celato da maschere o veli che funzionalmente, o talora inconsapevolmente, avvolgono il nostro sé, ricomponendo il dualismo umano e abbracciando sé stessi e la vita con coraggio, allegria e verticalità. Perché la consapevolezza per Lismore, diventa cultura, arricchimento e apertura di sé all’altro. In una parola, che ci riporta al titolo di questa mostra, INCLUSIONE.

Il 31 maggio si è tenuto nell’aula magna dell’Accademia, nella sede di Corso Lucci, un interessante workshop dedicato ai nostri studenti di Comunicazione e Grafica, tenuto da Paolo Celotto, Digital Consultant per PWC, una delle “big four” società di consulenza aziendale internazionale.

Celotto ha cercato di trasmettere agli studenti l’assunto che dietro ogni business c’è una fondamentale fase creativa da parte di digital strategist, grafici, creative director, operativi marketing ecc. Ha quindi riassunto in una serie di concetti il processo che c’è dietro le scelte operative in ambito digital.

Per cominciare ha fornito agli studenti una infarinatura delle nozioni base come il KPI, il Conversion Rate, Funnel e Testing, utilizzando il case study di Amazon in particolare per lo studio dei funnel (letteralmente: imbuto). Esempio principe l’aggiunta dell’acquisto con un solo click su Amazon, in modo tale da facilitare l’utente evitandogli di effettuare troppi passaggi tra la navigazione sul sito e l’acquisto effettivo.

Un altro aspetto da considerare sempre è la web analitics che comprende tutto ciò che consente di tracciare i dati degli utenti, per esempio attraverso i motori di ricerca, per analizzare i comportamenti e gli interessi di chi naviga in rete. Per questo, per chi si occupa di digital strategy, è indispensabile monitorare, ad esempio, i Google trends e le tendenze di ricerca worldwide.

L’obiettivo finale di qualunque strategia digital è quella di ottimizzare il più possibile un prodotto. Molto importante in quest’ottica è il concetto di “usabilità”, che ci dice quanto un prodotto o servizio è semplice da usare ed è un indicatore che impatta molto sui costi di budget, come afferma Jakob Nielsen, un noto informatico danese: “L’usabilità è un indicatore che ci dice quanto un prodotto o servizio è semplice da usare. Se l’utente non riesce o non vuole usare una data funzionalità, quella funzionalità potrebbe tranquillamente non esserci”. Come a dire, la soluzione più semplice è a volte anche quella più efficace.

Infine, Celotto si sofferma sul CRO (Conversation Rate Optimization) e sull’A/B Testing: il CRO è un sistema per aumentare la percentuale di visitatori di un sito Web che si convertono in clienti o, più in generale, intraprendere qualsiasi azione desiderata su una pagina web, il tutto utilizzando una serie di step e strumenti: dall’analisi e ricerca, alle ipotesi (pianificando e creando variabili), alla definizione dei test da effettuare, all’ottimizzazione. L’A/B Testing è un test di verifica di ipotesi di due campioni, utilizzato nel campo della statistica.

Per comprendere meglio il concetto, vengono sottoposti agli studenti alcuni test utilizzati nei Lab Usability Testing, i laboratori adibiti a testare l’usabilità sugli utenti. Tra i più interessanti, una simulazione di “eyetracking dal link https://feng-gui.com/ che consente di capire dove si focalizza l’attenzione di un utente di fronte a un monitor potendo quindi intervenire laddove si desidera maggior o minore attenzione su di un sito web oppure anche in altri casi come nelle fotografie.

Con Domenico Manno, Executive Creative Director di Caffeina, una delle creative digital agency specializzata nella realizzazione di progetti e campagne di digital marketing integrate più importanti d’Italia, i nostri studenti di Grafica e Comunicazione hanno cercato di comprendere nel dettaglio quanto sia importante la comunicazione social di un brand.

Secondo i latest trends, ciò che contraddistingue i social ormai sono le stories, sia su Facebook che su Instagram, una differenza molto marcata rispetto a prima, in quanto post sono sempre stati molto testuali, contenenti molte informazioni. Una story è invece il metodo più veloce e istantaneo per far arrivare un messaggio agli utenti, in particolare quando il messaggio è diretto agli utenti più giovani. L’interessante esempio presentato da Manno è quello della New York Public Library che, per comunicare i grandi classici della letteratura mondiale, come Alice nel Paese delle Meraviglie di Lewis Carroll, La carta da parati gialla di Charlotte Perkins Gillman o La Metamorfosi di Kafka, li ha trasformati in storie di Instagram, in modo da renderli più vicini ad un certo tipo di utenza.

Oltre alle stories, anche gli influencer sono utilizzati sempre di più dai brand. Le agenzie di comunicazione li scelgono in base al contenuto che devono proporre, in base al pubblico che hanno e in base al numero di followers che hanno.

Nei latest trends, troviamo anche i cosiddetti dark social ovvero le modalità di utilizzo dei social non in maniera pubblica ma nelle chat private, come veicolo diretto e veloce per far girare le informazioni. Il pubblico oggi desidera sempre più un contatto diretto, con qualunque entità.

Quello che bisogna tenere a mente è che a monte della creazione di contenuti c’è la ricerca della brand identity, ovvero in che modo viene percepito e identificato un certo brand dal pubblico. I brand migliori, quelli a cui mettiamo più like e che più attirano la nostra attenzione, sono quelli più forti. Una cosa molto importante è interagire con le persone, con la community, per esempio attraverso le web series in cui gli influencer raccontano i commenti e le interazioni degli utenti, in cui riescono quindi a riconoscersi.

Non bisogna dimenticare l’utilizzo intenso di emoji e meme che vanno bene sempre se rispecchiano l’identità del brand. Oltre a questi, anche gli stickers ultimamente sono scelti come nuovi strumenti di comunicazione dei brand, di qualsiasi colore e forma.

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A conclusione della sessione formativa, gli studenti si sono mostrati molto interessati a comprendere quali caratteristiche deve avere un candidato per poter essere selezionato presso un’agenzia di comunicazione.
Cosa guardano i selezionatori quando cercano un creativo social? Non c’è una regola precisa, ma di sicuro una caratteristica fondamentale è la creatività.

Dal 2 al 5 Giugno a Londra nel quartiere di Brick Lane presso il Truman Brevery si è tenuto l’evento internazionale più importante per i giovani designer che si apprestano a concludere i propri studi nelle migliori Accademie Inglesi e del mondo. Grazie a questa opportunità i partecipanti hanno infatti la possibilità di incontrarsi e confrontarsi sulle passerelle sotto gli occhi dei media internazionali e di brand di moda del calibro di Givenchy, Ralph Lauren, Clarks e molti altri.

Quest’anno protagonisti dell’Exhibition internazionale sono stati i nostri allievi Veronica Cascella, Nunzia Iovine, Gabriella Mongiapia e Fausto Vicidomini.

Hanno avuto la possibilità di mostrare i capi più emblematici della loro ultima collezione, caratterizzati da lavorazioni artigianali innovative, tessuti eco, tecniche di tufting e di ricamo creativo.

Hanno inoltre avuto la possibilità di mostrare ai vari direttori creativi e designer presenti a l’evento dal vivo le proprie abilità tecniche e creative.

Protagonista invece della sfilata internazionale è stata la studentessa Imma Boccia che ha presentato la collezione “Not Your Beauty Doll” che oltre a denunciare la vanità e la superficialità che caratterizzano la società dei nostri tempi, con ironia mette in discussione dei canoni di bellezza che ormai vanno superati in nome di una bellezza imperfetta ma vera che esprima la propria individualità.

L’evento è stato un assoluto successo, tutte le collezioni hanno attirato le attenzioni dei presenti e in molti sono stati contattati per collaborazioni con magazine ed editoriali del settore.

Grazie al progetto Erasmus+ si è tenuto un workshop di 3 giorni a tema ” Crafting e I segreti dell‘art direction” presso l’università teutonica di Hochschule Rhein Main.
La prof Angela Pastore ha quindi illustrato i diversi tipi di crafting (fotografia, video, papercraft, film e digital) supportandoli con vari case histories.

Gli studenti del terzo anno di Media and Communication Design dell’università ospitante, divisi in gruppi, sono stati dunque coinvolti nella realizzazione di un progetto di comunicazione partendo da un campagna preesistente ma rielaborata, utilizzando un diverso crafting tra quelli su menzionati, mantenendone gli obiettivi ma raggiungendoli attraverso diverse strade.

La consegna dei lavori degli studenti è prevista per il prossimo 27 Maggio e sarà valutata dalla docente.

L’ esperienza è stata altamente formativa sia per la docente sia per gli studenti grazie alla novità di alcuni argomenti che hanno suscitato curiosità tra gli studenti e fatto nascere spesso dei dibatti che hanno evidenziano modi diversi di comunicare gli stessi concetti tra culture e Paesi diversi. Infatti è proprio dal confronto e dal dibattito che sono emerse idee creative e originali ci aspettiamo dunque dei progetti finali davvero interessanti.

Si è appena concluso il workshop dedicato alla modellazione 3D a cura del professionista di arti figurative e digitali Corrado Piscitelli.

Il lavoro svolto nei 3 giorni dedicati al workshop è consistito nel partire da un oggetto esistente e modellarlo digitalmente in 3 dimensioni.

Tramite il software Blender gli studenti sono partiti dal blueprint di una sedia per poi procedere con la modellazione in 3-D dell’oggetto inserendola infine in un contesto reale, in questo caso una cucina.

Prima della versione finale da presentare ad un eventuale cliente è necessario però inserire l’oggetto in diversi contesti, per poterne valutare le diverse angolazioni e in modo tale da effettuare rapide modifiche che possano eventualmente essere richieste dal potenziale cliente.

Infine, la progettazione dell’ oggetto si è focalizzata anche sullo “shading” ( realizzazione di materiali adatti alla renderizzazione 3D ), fondamentale per far apparire l’oggetto nella maniera più realistica possibile. Nel corso del dibattito che si è acceso contestualmente, si sono toccati argomenti relativi al disegno e all’illustrazione, fino alla composizione.

Il docente Corrado Piscitelli si è confrontato con gli studenti anche su altri argomenti, in particolare sulla fisica ed il cinema, l’animazione e persino i video giochi, trovandoli molto responsivi e ricettivi.

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Chi è Corrado Piscitelli

Da sempre appassionato di animazione, dopo una prima formazione in animazione classica a Roma, completa il suo percorso a Napoli alla Scuola Italiana di Comix in animazione tridimensionale.

Professionista delle arti figurative e digitali, dalla sua formazione collabora con Mad Entertainment per cui ha realizzato fumetti, spot, speciali televisivi, e lungometraggi in animazione, spaziando tra tecnica 2D e 3D ricoprendo ruoli sia artistici che tecnici.
Nell’ultimo lungometraggio della Mad Entertainment, Gatta Cenerentola, ha ricoperto il ruolo di direttore tecnico.