Milano, Novembre 2019

IUAD Accademia della Moda ha partecipato al Fashion Graduate Italia, evento dedicato al fashion system organizzato da Piattaforma Sistema Formativo Moda.

L’appuntamento arrivato alla terza edizione organizzato presso il BASE di Via Bergognone 34 con spazi dedicati a ciascun istituto in cui i visitatori hanno avuto la possibilità di relazionarsi direttamente con docenti, coordinatori dei corsi, staff e studenti.

Quattro giorni di sfilate, workshop, incontri e attività che rispondono alle tematiche più attuali del settore, dalla sfida alla sostenibilità come innovazione responsabile, alla valorizzazione dei mestieri alla base del successo del Made in Italy, sino alle strategie e alle nuove forme di comunicazione per confrontarsi su tendenze culturali varie di un settore in rapida evoluzione.

IUAD ha sfilato il 30 ottobre con 10 progetti dei migliori studenti.

Fausto Vicidomini. Collezione uomo. Lo scopo di questo lavoro è quello di combinare la Street-art con il fashion design rimasterizzando il “tufting”, un’antica tecnica cinese utilizzata nella produzione di tappeti. La collezione presenta capi oversize in stile underground, con un design basato sui murales dell’artista di strada polacco “1010”. Le sue opere sono famose per le loro illusioni tridimensionali, create utilizzando colori e sfumature. In questa collezione le illusioni di “1010” sono ricamate sui tessuti usando la tecnica del tufting, che aggiunge volume reale alla concezione bidimensionale originale.

Mafalda Falco e Alessandra Biondillo. Collezione uomo: “ZEROSOL”. Migliaia di anni fa la vita su Marte esisteva e molto probabilmente esisterà in un lontano futuro. Con questa collezione è pensata ad un uomo in cerca di vita su un pianeta diverso dalla Terra con un abbigliamento comodo e pratico adatto alla sopravvivenza di temperature variabili molto frequenti.

Veronica Cascella. Collezione donna. Umanità disumanizzata. L’ossimoro in cui vive la nostra società. Oppresso dal desiderio spasmodico di conformarsi a ciò che lo circonda, l’essere umano è solo, disarmato, fragile. Sguardi assenti, volti che si accumulano, incantati agli schermi dove la realtà incontra la finzione, creando un’unica dimensione che perde la sua autenticità. Identità mutevoli, velate, illeggibili, illuse, ipnotizzate sono quelle che prendono vita attraverso il ricamo contemporaneo in FACE TO FACE.

Gabriella Mangiapia. Collezione donna: “BASIC INSTINCT. Letteralmente “istinto primitivo”, per aver tratto ancora una volta la propria fonte d’ispirazione nella natura. Questa capsule collection fonda le sue radici nel concetto di eco-sostenibilità. Mi sono concentrata su fibre vegetali biologiche al 100%, ortica, bambù, canapa, lino e lana ecologica, la cui gamma riguarderà i colori neutri naturali, con tocchi di tortora e arancio. Il focus del mio progetto deriva dal fascino dell’aspetto morfologico di alcune texture naturali, come funghi, corteccia, anelli di alberi e piante di cactacee.

Dalla ricerca primaria ho trasformato i materiali ordinari in pezzi di maglia e tessuti 3D tradizionali, complessi ed innovativi al tempo stesso.”

Imma Boccia. Collezione: “Not your beauty doll.” Il concetto della collezione parte come provocazione al fashion system, sollevando una critica alla standardizzazione della moda che elimina ogni tratto distintivo e carattere individuale, livellando e spersonalizzando. “Not your beauty doll” non solo denuncia la vanità e la superficialità che caratterizzano la società dei nostri tempi, ma ironizza su dei canoni di bellezza che devono essere superati in nome di una bellezza imperfetta. Le bambole in passerella diventano simbolo della perdita di individualità: siamo tutti dei fantocci, burattini senza anima, nelle mani di un sistema che ci vuole tutti uguali. Gli abiti, con le lavorazioni in lana, diventano emblema della metamorfosi da individuo a zimbello.

Luca Di Fusco. Collezione: “NewKnit”. La collezione “NewKnit” prende ispirazione dal freddo e dal ghiaccio ed ha come scopo quello di proporre un nuovo ideale di maglieria. Parliamo di una maglia rigida, statica, che si presenta attraverso la forma del quadrato e che si contrappone al suo concetto classico di morbidezza e praticità passato. Il tutto è arricchito da rombi di paillettes che illuminano la collezione, incorniciati da torchon di lana dal filato gigante.

Sara Di Marco. Collezione: “Undergrowth’s Atmosphere”. “Nature isn’t just beautiful, even in small doses, it changes the way we feel”. La collezione “Undergrowth’s Atmosphere”, è ispirata allo stato d’animo, alle paure e alle ansie che si provano addentrandosi nel sottobosco e alla ricerca di un’armonia interiore. Con una palette colori che vanno dalle sfumature di grigio, simbolo di paura, si arriva ai colori accesi dei fiori, simbolo di libertà, che cambia il modo in cui ci sentiamo.  non sfila, ma due capi nel nostro static show (2 capi nello lo stand)

Fabrizia Cacace. Collezione: “Mineral Space”. La collezione Mineral Space è ispirata al mondo dei minerali e delle rocce. Ciò è espresso attraverso la scelta di superfici ruvide dalle quali emergono incrostazioni lucenti di vari minerali quali ametista, ematite e cristalli. Questi con precisi accostamenti e composizioni, richiamano la forma dei geodi, punteggiando i capi spigolosi come la crosta terrestre.

Saverio Ventura. Collezione uomo: “V per vendetta”.La collezione è ispirata al film “V per vendetta” e racconta la storia di un mondo dominato dalla tirannia dove il potere del più forte opprime il più debole… ma è ora di ribellarsi … È ora di esporsi di combattere e dire la propria … È la collezione a parlare prendendo le parti di chi non ha la forza per farlo … V è un simbolo, V è uno stile, noi tutti siamo V !!!Questa denuncia viene fatta mediante la parola, mediante il giornale, mediante una sfilata … con l’uso di un tessuto creato per dire la propria … la forza non è l’unico modo per opporsi !!!

Dora Federica Nerone. Collezione: “ALIENATIO”. La capsule collection “ALIENATIO” si ispira ad uno degli stadi massimi di estraneazione da se stessi: la follia. Per questo motivo all’interno della collezione sono riportati vari riferimenti tecnici e stilistici ai manicomi e alle camicie di forza (maniche eccessivamente lunghe, fibbie di metallo, imbottiture, etc.). Caratteristica peculiare della collezione, inoltre, è il susseguirsi di numerose stampe rappresentanti alcune opere dell’artista Carlo Zinelli, maggiore esponente dell’Art Brut italiana e paziente del manicomio.

Nunzia Iovine. Collezione donna: “ Westmoor”. “Liberare la donna significa rifiutare di chiuderla nei rapporti che ha con l’uomo, ma non negare tali rapporti; se essa si pone per sé continuerà ugualmente ad esistere anche per lui: riconoscendosi reciprocamente come soggetto ognuno tuttavia rimarrà per l’altro un altro” (Platone). Lo studio della femminilità nel tempo e in uno spazio corrispondente alla terra che, in tempi odierni, si reputa esempio di modernità, dove sognare è lecito e dove la libertà di pensiero è sempre un passo avanti: Il Nuovo Mondo. Un continente che oggi è caratterizzato da un incrocio di innumerevoli di etnie ma che in principio era l’Eden degli Indios, i nativi americani. La stessa terra madre di tempi diversi e culture diverse che si fondono da vita alla collezione “Westmoor Collection”. La collezione come un quadro di Dalì, scompone elementi di due stili, Western e Amish, e li fonde in un nuovo concetto di stile. L’idea è quella di voler mostrare la donna da una prospettiva differente. Considerarle come individuo singolo non ancorato a nessun uomo o altro soggetto terreno. Figure femminili così caratteristiche ed estreme, nella loro particolare condizione di vita, risultino tanto affascinanti nell’immaginario collettivo, apparendo nel loro rigore, estremamente moderne tanto da ispirare la “Westmoor collection”. “La donna libera di scegliere “, qualunque sia la sua posizione sociale, il suo ruolo, la collezione vuole vedere una donna affrancata da ogni restrizione. L’artigianato è la chiave per dare agli oggetti un fascino accattivante. Le lavorazioni infatti, divengono il fulcro dell’intero excursus temporale, il filo conduttore che tesse le sue radici del passato, ma che continua a vivere nel presente. Le indios erano infatti dedite ai ricami su i vari tipi di pellame; inoltre anche la stessa cultura Amish tra le mansioni femminili, include ricami bucolici, come quelli riportarti nella collezione. Un’altra tecnica presente nella collezione è l’intreccio, una delle arti più antiche della terra, nel quale si sono distinte ancora una volta le donne indiane, che di questa tecnica ne hanno fatto una vera e propria arte. L’abito diviene espressione dell’io delle due figure: una femminilità volta al selvaggio, alla versatilità che si scontra con l’altra casta e pura, semplice e pulita. Il risultato che ne consegue è una capsule collection che cavalca gli stili nel tempo per giungere come la donna da una libertà di spirito e decisionale che rompe gli schemi, e dal rigore sfocia ad una sensualità nascosta e travolgente. I movimenti sinuosi si intrecciano ai tagli decisi, come le debolezze alla caparbietà respirando l’essere fiero di una donna emergente.

Non una semplice sfilata, ma un vero show off che ha offerto un’esperienza a 360° sulla formazione accademica, vivendo il respiro didattico che solo l’eccellenza dell’Accademia della Moda riesce a dare, motivando così la scelta di una formazione superiore a chi vuole avvicinarsi al settore moda.

Qui puoi trovare l’album completo con tutte le foto della sfilata e le collezioni complete di tutti i ragazzi.