Nel panorama della formazione avanzata italiana, i dottorati AFAM (Alta Formazione Artistica, Musicale e Coreutica) stanno ridefinendo il modo in cui intendiamo la ricerca. Con una vocazione fortemente progettuale e applicativa, questi percorsi si distinguono per la capacità di coniugare teoria e pratica, conoscenza e azione, analisi e innovazione. Il nuovo dottorato dell’Accademia IUAD si inserisce in questo scenario con un obiettivo ambizioso: formare ricercatori capaci di generare impatto concreto nei settori culturali, creativi e produttivi del Paese.

Abbiamo incontrato Giuseppina Auricchio, Direttrice didattica dello IUAD, per farle alcune domande sul nuovo Dottorato di Ricerca in Innovazione Tecnologica e Comunicazione.

 

Perché servono competenze tecnologiche e comunicative?

– Oggi più che mai è fondamentale formare figure capaci di muoversi con competenza tra tecnologie emergenti e linguaggi comunicativi complessi. Nei dottorati AFAM questa esigenza è particolarmente marcata: la ricerca non si limita a produrre conoscenza teorica, ma è chiamata a generare ricadute tangibili, traducendo le idee in soluzioni operative, prodotti, servizi, contenuti. Il ricercatore AFAM deve saper progettare, prototipare, testare e comunicare. Le competenze tecnologiche lo rendono capace di sviluppare strumenti innovativi; quelle comunicative ne garantiscono la trasferibilità e la valorizzazione, rendendo i risultati accessibili e fruibili nei contesti reali industriali, culturali o sociali. –

Il percorso include sia moduli teorici che pratici: quanto è importante questo equilibrio per la formazione di un ricercatore completo?

– Il dottorato dell’Accademia IUAD si fonda su un equilibrio dinamico tra moduli teorici e attività pratiche. Non si tratta di un semplice affiancamento, ma di una vera e propria sinergia: la teoria fornisce le chiavi interpretative e metodologiche; la pratica traduce quelle chiavi in progetto, processo, prodotto. Fin dal primo anno, i dottorandi sono coinvolti in attività che li spingono a costruire pensiero e azione insieme. Questo approccio trasforma la ricerca in un laboratorio permanente, dove le idee si confrontano costantemente con la realtà, generando soluzioni sostenibili, innovative e attuali. –

I dottorandi saranno coinvolti in progetti con aziende partner o istituzioni esterne?

– Una delle caratteristiche più innovative del dottorato IUAD è la sua struttura aziendale. Ogni progetto nasce e si sviluppa in collaborazione con un’azienda partner o un ente culturale, che accompagna il dottorando lungo tutto il percorso. Questo modello garantisce non solo un impatto immediato e misurabile, ma anche una comprensione profonda delle dinamiche organizzative e delle esigenze concrete del settore. A questa esperienza si affianca un periodo obbligatorio di mobilità internazionale presso istituzioni accademiche o centri di ricerca stranieri. Un’occasione preziosa per confrontarsi con metodologie e approcci differenti, ampliando la visione e rafforzando l’interdisciplinarità. –

Quali sono i temi di ricerca più promettenti che sono emersi nei primi anni del corso?

– Fin dal primo anno, il dottorato IUAD ha attivato progetti capaci di raccontare con forza la propria visione. Tra i più significativi:
Musei e Web 3.0: una ricerca sulla trasformazione dei musei campani attraverso realtà aumentata, NFT e blockchain, per renderli più accessibili e creare spazi digitali dedicati agli artisti emergenti.
Moda e sostenibilità: un progetto che esplora la comunicazione responsabile nella moda, utilizzando le tecnologie digitali per rendere trasparente la filiera e rafforzare il rapporto tra brand e consumatore.
Design e prototipazione intelligente: una piattaforma digitale che permette a designer e piccole imprese di sviluppare prototipi in modo sostenibile, abbattendo tempi e costi, democratizzando l’accesso all’innovazione.
Arti visive e intelligenza artificiale: una ricerca che esplora come AI, realtà virtuale e blockchain stanno cambiando i paradigmi dell’autorialità, della creatività e della proprietà nell’arte contemporanea. In tutti questi casi, il valore della ricerca non è solo teorico, ma operativo. Si producono strumenti, si sperimentano modelli, si generano soluzioni concrete. –

In che modo questo dottorato può contribuire concretamente allo sviluppo del sistema produttivo e culturale italiano?

Il dottorato IUAD nasce per rispondere a una doppia sfida: innovare il sistema produttivo italiano e formare ricercatori capaci di incidere davvero. È un percorso che mette al centro la collaborazione, la progettualità, la capacità di affrontare la complessità con strumenti avanzati e visione sistemica.

Non un semplice titolo accademico, ma un’esperienza formativa trasformativa. Un’opportunità per costruire il futuro, un progetto alla volta. –

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C’è chi sogna la pubblicità e chi la costruisce davvero, giorno dopo giorno, idea dopo idea. Vincenzo Russo, ex studente di Design della Comunicazione presso l’Accademia IUAD, oggi lavora come Art Director nella sede milanese di LePub. Il suo percorso, iniziato con uno stage e arrivato fino a un riconoscimento internazionale ai Cannes Lions, è una storia di passione, determinazione e creatività fuori dagli schemi. Lo abbiamo intervistato per condividere il suo percorso con tutti voi, aspiranti creativi.

Vincenzo Russo ex studente IUAD- Art Direction @ LePub

L’inizio di tutto: Milano e LePub

LePub è stata la mia prima esperienza lavorativa”, racconta Vincenzo. “Sono arrivato a Milano e ho iniziato a fare colloqui un po’ ovunque. Ho scelto questa agenzia perché mi affascinava il respiro internazionale: lavorare a contatto con creativi pluripremiati provenienti da tutto il mondo mi ha permesso di crescere tantissimo”.
In questa agenzia, dove oggi firma progetti di respiro globale, Vincenzo ha trovato un ambiente dinamico e stimolante. Un luogo dove la creatività non è solo un obiettivo, ma un linguaggio quotidiano.

Il mestiere dell’Art Director

“Oggi faccio l’art director. È un lavoro che mi diverte e mi appassiona moltissimo”. Per Vincenzo, la sfida più affascinante è quella di dare forma alle idee. “Non capita a tutti di avere un lavoro che ti chiede di essere creativo ogni giorno. È stimolante, appagante. E poi c’è tutto il lato pratico: lavorare con i fotografi, andare sui set, vedere le idee diventare realtà”.

Ma dietro ogni progetto di successo c’è anche il dietro le quinte fatto di lunghe revisioni, collaborazioni complesse e la necessità di trovare un equilibrio tra creatività, strategia e le esigenze dei clienti. “Non è sempre facile, ma ne vale la pena”.

Tantrum Girl campaign

Tantrum Girl: un’idea virale, un bronzo a Cannes

Il progetto che ha portato Vincenzo a vincere il suo primo leone è Tantrum Girl, parte della campagna “Where’s my Toblerone?”. Un’idea semplice, nata da un insight universale: “nessuno vuole souvenir, ma tutti si aspettano un Toblerone al ritorno da un viaggio”.

“Sapevamo di non avere budget per una grande produzione, quindi abbiamo sfruttato l’area arrivi dell’aeroporto, il luogo più noioso in assoluto, dove le persone riprendono tutto con il telefono”. È bastato uno stunt ben congegnato e una viaggiatrice ignara che ha filmato tutto spontaneamente per far partire la miccia: “Il video ha fatto il giro del mondo, oltre 50 milioni di visualizzazioni e nessun commento negativo”.

Non è solo la viralità a contare, ma anche il coraggio del cliente: “Toblerone è uno dei miei brand preferiti. Sono audaci, si prendono dei rischi. Non tutte le aziende avrebbero avuto il coraggio di fare qualcosa come Tantrum Girl.

Un riconoscimento che lascia il segno

Il premio? “Non ero nemmeno a Cannes di solito ci vanno i direttori creativi. Mi trovavo in agenzia quando mi hanno detto del bronzo. È stato fantastico, non ci credevo”.
Un riconoscimento così importante, ottenuto a inizio carriera, è tanto una medaglia quanto un incentivo: “Ti fa capire che sei sulla strada giusta, ma anche che puoi e devi continuare a migliorare”.

Vincenzo Russo durante la sua seduta di Laurea

Il ruolo dell’Accademia e un consiglio agli studenti

A proposito di inizio: tutto è partito proprio nelle aule e i laboratori dell’Accademia IUAD. “L’accademia mi ha aiutato a diventare un creativo completo, ma soprattutto mi ha acceso la passione. Prima di iscrivermi volevo fare tutt’altro. Grazie alla bravura dei professori, ho scoperto quanto fossi innamorato di questo lavoro”.

E ai futuri creativi, Vincenzo lascia un messaggio chiaro: “Non abbiate paura di esagerare, di sbagliare, di uscire fuori dai bordi. Questo è il momento di esplorare. Non ci sono limiti, clienti, né vincoli di budget. È l’occasione perfetta per capire che tipo di creativi volete diventare”.

Un percorso che ispira

La storia di Vincenzo Russo non è solo quella di un talento cresciuto tra le aule dell’IUAD e affermatosi in una delle agenzie più rilevanti del panorama internazionale. È la prova che, con passione, dedizione e la giusta formazione, è possibile trasformare un’intuizione in una carriera, e un’idea creativa in un premio a Cannes.

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L’Accademia IUAD si conferma come uno dei principali poli creativi del panorama formativo italiano, grazie al talento dei suoi studenti, recentemente protagonisti di prestigiosi concorsi e manifestazioni internazionali nei campi del design, della comunicazione visiva e della moda. Dai sistemi d’arredo trasformabili alle passerelle londinesi, i giovani creativi IUAD dimostrano come passione, ricerca e visione possano trasformarsi in progetti concreti e riconoscimenti di rilievo.

Eleonora Scudiero vince lo Young Talent Design Award con il progetto LOOP

Innovazione, flessibilità e bellezza: sono le parole chiave di LOOP, il progetto di Eleonora Scudiero, vincitrice dello Young Talent Design Award. Si tratta di un sistema d’arredo modulare in metacrilato (PMMA), composto da due elementi riconfigurabili che si adattano a molteplici funzioni d’uso: da consolle a comodino, da piano d’appoggio a mobile verticale, fino a diventare tavolini.

Un progetto pensato per gli spazi in continua evoluzione del vivere contemporaneo, che unisce design essenziale, leggerezza visiva e versatilità. LOOP è una risposta elegante e funzionale alla crescente domanda di arredi dinamici e sostenibili, e rappresenta perfettamente lo spirito progettuale della nuova generazione IUAD.

Ipnòs conquista il primo premio al One More Pack

Sara Petrucci e Vincenzo Volino; studenti del secondo anno della magistrale in Art direction & Copywriting si sono aggiudicati il primo premio al concorso OneMorePack con Ipnòs, un packaging premium nato per celebrare una special edition del limoncello Petrone, in occasione dei 2500 anni dalla fondazione di Napoli.

Il concept trae ispirazione dal moto perpetuo del mare, che viene tradotto visivamente attraverso la tecnica della scanimation: l’effetto moiré crea l’illusione di onde in movimento, rendendo il packaging un oggetto vivo e ipnotico. Ad accompagnare il design, un audio-storytelling immersivo che racconta la voce del mare e di Partenope, invitando chi lo ascolta a vivere il prodotto come un’esperienza narrativa e sensoriale, oltre che estetica. Un progetto che fonde comunicazione visiva, tecnologia e poesia.

Giovanni Gargiulo premiato da Volotea con il poster Show Us Your Type

Anche la tipografia diventa arte visiva e culturale con il lavoro di Giovanni Gargiulo, studente del primo anno di Design della Comunicazione, che ha vinto il concorso internazionale Show Us Your Type promosso da Volotea.

Nel suo poster, la città di Napoli prende forma tipografica grazie alla composizione di elementi architettonici che, attraverso l’uso dello spazio negativo e del contrasto in bianco e nero, disegnano le lettere con una forte valenza simbolica e identitaria. Un progetto che riflette la complessità e la bellezza contraddittoria di Napoli, mettendo in dialogo storia, pregiudizi, orgoglio e poesia visiva.

IUAD protagonista alla Fashion Graduate Week di Londra

A confermare la vocazione internazionale dell’Accademia IUAD è anche la partecipazione all’edizione londinese della Fashion Graduate Week, vetrina d’eccellenza per i giovani talenti del fashion design.
Nicole Spiller è stata selezionata per l’Exhibition ufficiale della manifestazione, portando il proprio linguaggio stilistico e progettuale nel cuore di Londra, in dialogo con le migliori scuole internazionali.
Francesca Cammardella ha sfilato con la sua collezione Catarsi sulla Catwalk ufficiale dell’evento, portando in passerella un progetto profondo e concettuale, che esplora il tema della trasformazione personale attraverso l’abito come mezzo di espressione, rinascita e identità.

La presenza di IUAD alla Fashion Graduate Week rappresenta non solo un’importante occasione di visibilità, ma anche il riconoscimento del valore formativo e creativo dei percorsi offerti dall’Accademia.

IUAD: dove il talento si trasforma in futuro

Dalla progettazione d’interni al packaging, dalla tipografia al fashion system, i successi di questi studenti testimoniano la qualità dell’approccio multidisciplinare e contemporaneo dell’Accademia IUAD. Un luogo dove le idee prendono forma e si confrontano con il mondo, alimentate da un corpo docente d’eccellenza, laboratori all’avanguardia e una rete di contatti professionali che guarda sempre al futuro.

Complimenti a Eleonora, a Sara e Vincenzo, a Giovanni, Nicole e Francesca: siete l’espressione viva del talento che coltiviamo ogni giorno.

Il vostro successo è anche il nostro orgoglio.

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Dall’abbigliamento come architettura indossabile al design per l’infanzia — un viaggio visionario tra moda, sostenibilità e contaminazioni creative

Look del Workshop Pierre Cardin

Innovazione, sperimentazione e una visione del futuro che parte dal presente: sono questi i valori che hanno guidato la partecipazione degli studenti IUAD al Pierre Cardin Young Designers Award, prestigioso concorso internazionale dedicato ai talenti emergenti del fashion design.

Mabrouk, Roberta, Francescopaolo dalla sede di Napoli e Aurora, Gabriele, Irene, Teresa Mello e Jelena dalla sede di Milano, sono stati selezionati dall’azienda tra i migliori studenti di Design della Moda di tutta Europa e invitati a Parigi per un workshop intensivo di due giorni, durante il quale è stato chiesto ai giovani designer di realizzare un look e poi reiventarne un altro per il mondo dell’infanzia, con un focus sull’adattabilità del concept originale.

Workshop con Pierre Cardin

Per saperne di più abbiamo incontrato Mabrouk, uno dei selezionati, che ci ha raccontato la sua esperienza, che ha definito un vero e proprio viaggio progettuale a 360 gradi, capace di fondere moda, arte, tecnologia e impegno sociale:

Partendo dall’immaginario visionario di Pierre Cardin, celebre per l’uso di forme geometriche, materiali innovativi e una visione futurista, ho dato vita a Neo-Habitat. Una capsule collection che esplora il corpo umano come spazio abitabile e l’abbigliamento come architettura indossabile.

Neo-Habitat è molto più di una collezione: è un manifesto concettuale. Immagina un futuro in cui il vestire non è soltanto funzionale, ma diventa un micro-ecosistema portatile in cui estetica, protezione e sostenibilità si fondono in un unico gesto creativo. Una visione che riflette perfettamente lo spirito del concorso: promuovere un design all’avanguardia che metta al centro la ricerca personale, la sostenibilità e l’inclusività.

Il workshop infatti comprendeva anche la progettazione di accessori e oggetti di design.

Ci hanno fatto lavorare trasformando il look che avevamo proposto in una versione pensata per il mondo bambino. Oltre agli outfit, ci hanno chiesto anche di disegnare oggetti di design ispirati al nostro concept: mobili, lampade e complementi d’arredo.

Un approccio multidisciplinare che ha spinto i partecipanti ad uscire dalla propria zona di comfort, ragionando su target e contesti inediti. Il workshop si è rivelato un laboratorio di idee, dove il confronto con tutor e colleghi ha stimolato una continua evoluzione del progetto.

Era tutto molto pratico e stimolante, con un continuo confronto tra noi e i tutor. Ci hanno spinti a immaginare il nostro progetto in una dimensione più ampia.

Ma oltre alla crescita professionale, ciò che emerge con forza dal racconto è il valore umano dell’esperienza: la scoperta di nuove connessioni, il dialogo tra culture e visioni differenti, la condivisione di idee che si trasformano in energia collettiva.

È stato molto bello conoscere persone provenienti da tutta Europa. Mi ha arricchito tanto vedere approcci così diversi. Ma soprattutto, è stata l’occasione per legare di più anche con alcuni ragazzi dell’Accademia con cui, fino a quel momento, avevo collaborato poco.

In un clima di collaborazione autentica, i partecipanti hanno potuto mettere alla prova non solo le proprie capacità tecniche, ma anche la velocità creativa e la capacità di sintesi — competenze fondamentali in un panorama del design sempre più dinamico e interconnesso.

Ho imparato a vedere il mio progetto in modo più trasversale e ho capito quanto sia importante saper adattare la propria visione a diversi ambiti del design.

studenti IUAD a Parigi presso Pierre Cardin

L’esperienza al Pierre Cardin Young Designers Award si conferma così un’opportunità formativa unica per gli studenti IUAD: un trampolino di lancio che unisce la forza del pensiero progettuale alla bellezza del confronto, dell’innovazione e della contaminazione tra linguaggi creativi.

Perché oggi più che mai, formare designer significa aiutarli a pensare oltre.

Il design, quando si fonde con la riflessione sul futuro e la sostenibilità, diventa uno strumento potente di sensibilizzazione e cambiamento. È questo il messaggio che l’Accademia IUAD, in collaborazione con Ceramica Artistica Solimene, intende trasmettere con il progetto “Genesi”, realizzato dagli studenti del Corso Triennale in Design e Architettura degli Interni sotto la direzione del Prof. Arch. Salvatore Colasanto. Il progetto nasce dalla città di Vietri, simbolo dell’artigianato ceramico italiano, e racconta un dialogo tra passato e futuro, tra la solidità della terra e la fluidità dell’acqua. Dal 08 al 13 Aprile l’installazione è esposta presso il Sottoportico del Cortile D’Onore, dell’Università degli Studi di Milano ospitato, ospitata da INTERNI Cre-Action, la mostra evento di Interni Magazine.

Genesi, l’installazione degli studenti di del Corso Triennale in Design e Architettura degli Interni in collaborazione con Ceramica Solimene

Il senso dell’installazione è racchiuso nelle parole stesse del progetto: “Tra la solidità della terra e la fluidità dell’acqua, l’arte della ceramica ci invita a riflettere sul nostro impatto sul mondo, trasformando il passato in speranza per un futuro sostenibile.” Questa riflessione sulla sostenibilità si manifesta attraverso la ceramica vietrese, una tradizione che l’Arch. Giancarlo Solimene, con la sua azienda, ha portato a livello internazionale, infondendo nuove energie e significati al patrimonio locale.

Il Viaggio tra Passato e Futuro
L’installazione Genesi si sviluppa in un’esperienza immersiva in cui i materiali tradizionali, come la ceramica, si intrecciano con le problematiche contemporanee legate all’ambiente. Il cuore dell’opera è un pannello centrale che ospita tre oggetti simbolici, ognuno carico di significato: il primo fa riferimento all’inquinamento marino causato dalla plastica, il secondo rappresenta le reti dei pescatori e, infine, l’ostrica contenente la Pietà, simbolo della vulnerabilità del nostro ecosistema.

L’opera si arricchisce di pannelli laterali composti da cilindri di ceramica dalle sfumature marine, evocando il movimento dell’acqua, e di specchi che amplificano l’esperienza, invitando il pubblico a riflettere sulla propria connessione con la natura e il proprio impatto sull’ambiente.

Genesi al Fuorisalone 2025 , Sottoportico d’Onore presso l’Università statale di Milano

La Sostenibilità come Protagonista
L’allestimento invita alla riflessione sul ruolo dell’artigianato, in particolare quello ceramico, come risposta alle sfide ecologiche. La bellezza del materiale ceramico diventa così un veicolo per raccontare la necessità di preservare l’ambiente e di trovare un equilibrio tra tradizione e innovazione. La scritta finale, “Dio non ama il mare“, tratta dall’ultimo film di Paolo Sorrentino, sottolinea l’importanza del mare come elemento fondamentale della nostra esistenza, ora in pericolo a causa delle azioni dell’uomo.

La comunicazione del progetto è stata sviluppata interamente dagli studenti del Corso Specialistico in Art Direction & Copywriting.

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Il progetto che ha visto collaborare l’Accademia IUAD con l’università di Napoli Parthenope è un vero e proprio viaggio tra Arte, Sostenibilità e Innovazione.

L’iniziativa promossa dall’Ateneo Parthenope in collaborazione con IUAD e weHUB, unisce il mondo dell’arte, della sostenibilità e della tecnologia e si concentra sul tema cruciale della “SOStenibilità”, una riflessione approfondita sulle sfide contemporanee e sull’impegno verso un futuro più responsabile e consapevole.
L’evento inaugurale ha avuto luogo il 31 marzo, alle ore 15:00, presso l’aula T.2 di Palazzo Pacanowski. L’incontro ha visto la partecipazione del Presidente Michele Lettieri, del Rettore Antonio Garofalo e dei designer e artisti che hanno preso parte all’edizione di quest’anno. Dopo l’evento di presentazione, è stata inaugurata la Galleria d’Arte fisica e nel Metaverso, un’installazione che accoglierà i visitatori nel tunnel di Via Chiatamone, uno spazio che collega il Palazzo Pacanowski al lungomare di Napoli. Gli artisti e gli studenti coinvolti hanno proposto una selezione di progetti che esplorano il tema della sostenibilità, visibili sia fisicamente che in un’inedita versione digitale nel Metaverso, un ambiente virtuale accessibile a chiunque tramite una piattaforma online.

Galleria d’Arte fisica e nel Metaverso– convegno


Accademia IUAD, sempre attenta alle dinamiche più contemporanee del design e dell’arte, ha presentato una serie di progetti degli studenti che affrontano il tema della SOStenibilità con approcci originali e innovativi. Ogni creazione proposta si inserisce in un percorso di riflessione sulla nostra responsabilità collettiva, utilizzando forme, materiali e colori per stimolare un cambiamento di prospettiva sul nostro rapporto con l’ambiente.

Dai progetti che analizzano l’impatto della quotidianità sull’ecosistema a quelli che suggeriscono soluzioni per un futuro più sostenibile, gli studenti IUAD si interrogano e ci invitano a farlo, attraverso una fusione di arte e design. In questo viaggio, l’arte diventa un potente strumento di sensibilizzazione

In un periodo storico che ci spinge a guardare al futuro con maggiore consapevolezza, progetti come questi offrono uno spunto fondamentale per trasformare la creatività in azione. La sfida è lanciata: osserva, rifletti e agisci ora per un futuro più sostenibile.


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