ADCI sta per Art Directors Club Italiano, fondato nel 1985 da alcuni tra i migliori professionisti del modello di pubblicità emergente, che contribuirono alla modernizzazione e alla internalizzazione della pubblicità italiana.

L’Art Directors Club Italiano nacque sulla scia delle analoghe associazioni presenti nei paesi industrializzati avanzati, che già da tempo selezionavano e promuovevano la comunicazione commerciale nelle sue espressioni di massima qualità e innovazione.

Gli Awards

Il premio storicamente più ambito dalla community creativa italiana.

Dal 1985, gli ADCI Awards sono un punto di riferimento per la creatività e la qualità nella comunicazione pubblicitaria in Italia.
Dalla stampa alla tv, dal design alle activation, dal cyber al direct, passando anche per tutte le altre categorie esistenti, gli ADCI Awards documentano nel tempo l’evoluzione dei linguaggi, degli stili e dell’uso dei mezzi di comunicazione, selezionando solo i lavori che risultano più rilevanti sotto il profilo creativo.

La scena degli award ha visto sempre premiati studenti provenienti dalle più blasonate Accademie Italiane.

In questo senso i piazzamenti degli studenti di IUAD Accademia della Moda oltre ad essere una ventata di aria fresca, rappresentano i passi da gigante che la nostra didattica ha compiuto negli ultimi anni.

Nell’edizione di quest’anno due nostri allievi del corso, rispettivamente di Design della Comunicazione e della Specialistica in Art Direction & Copywriting, sono riusciti a piazzarsi sul podio dei vincitori: Raffaele Riccardi e Teresa Caldarelli.

Siamo davvero orgogliosi, e anche un po’ emozionati, dell’enorme
successo dei nostri ragazzi agli ADCI Awards: un silver nella CATEGORIA
STUDENTI | DESIGN per Raffaele Riccardi con Dinamic Identity The Olympic
Winter Games e un bronze nella CATEGORIA STUDENTI | EXPERIENCE per Terry Caldarelli con The first racism – free jersey – SSC Napoli.

Si tratta di un grandissimo risultato per i giovani talenti campani, per
il lavoro dei nostri docenti, in particolare Alessandro Izzillo e Enrico
Ausiello, e anche per tutto lo IUAD, un traguardo storico in una
competizione così prestigiosa, segno che l’impegno e il lavoro di
questi anni stanno portando la nostra realtà a livelli di eccellenza.


Vediamo brevemente i due progetti raccontati direttamente dai nostri studenti:

Progetto Lavalove – Teresa Caldarelli

“Lavalove nasce a Dicembre 2019, quando la squadra napoletana stava affrontando un periodo di crisi interna che si riversava anche sull’andamento in campo, questa situazione aveva iniziato a far vacillare l’attaccamento dei tifosi.
L’obiettivo che mi sono posta era di creare, attraverso la maglia, un nuovo collante che trasformasse gli insulti di cui la squadra e la popolazione napoletana sono spesso vittime, in orgoglio e forza, rendendo la maglia stessa un simbolo di vanto per battere il razzismo sul campo.
È nata così la prima maglietta racism-free, in filato di roccia vulcanica, ma esplosiva anche nell’aspetto, attraverso la stampa di una colata lavica, che la squadra potrà usare nei match in trasferta per risollevare gli animi degli atleti in campo e dei suoi tifosi.

Le difficoltà sono state molte, a partire dal concepimento dell’idea, e devo ringraziare il professore Alessandro Izzillo, con il suo supporto il mio progetto è nato e cresciuto, mi ha insegnato a non fermarmi alla prima idea, e che bisogna sempre andare oltre ed alzare l’asticella per creare qualcosa di laterale e creativo.
Sabato è stata una giornata strana ma allo stesso tempo memorabile. Non credevo di poter raggiungere questo risultato, che tra tanti lavori il mio si sarebbe distinto. È stato fantastico scoprire che il mio progetto era entrato nelle shortlist degli ADCI awards e anche totalmente inaspettato. La sera poi è stato ancora più bello scoprire di aver vinto il premio di bronzo per la categoria studenti. Ad ora non so descrivere tutte le emozioni del momento: ero felice e allo stesso tempo incredula.
La cosa più strana du tutto è stata la distanza. Ovviamente con me c’era la mia famiglia; eravamo tutti incollati al PC collegati aspettando il momento. Contemporaneamente chattavo con i miei compagni di corso, commentando le premiazioni. Nel momento in cui hanno annunciato la posizione del mio progetto è iniziato il caos. È stato bellissimo condividere il momento, anche se lontani, con i prof e ed i miei colleghi; in quel momento la distanza è sembrata sparire.
Devo ringraziare tanto i miei compagni in quest’avventura; tutto questo è anche merito loro; per il loro supporto nei momenti di difficoltà.
Questo premio e le emozioni provate mi hanno convinta ancora di più che questo è il lavoro che voglio fare nella vita. Per ora voglio concentrarmi sul mio futuro, concludere il percorso di studi iniziato e spingere me e i miei progetti sempre più in alto, senza fermarmi mai e senza pormi limiti.”

Progetto Olimpiadi 2026 – Raffaele Riccardi

“Perché una proposta del genere? La due motivazioni principali che mi hanno portato a scegliere di far diventare i giochi olimpici, un sistema dinamico, sono due: prima di tutto penso che non ci siamo nulla di più dinamico al mondo dello sport, poi le Olimpiadi sono un punto di riferimento per tutta la popolazione mondiale, un punto di ritrovo e d’inneggiamento alla multiculturalità e alla diversità.
C’è anche una terza motivazione, questa del tutto personale. Lo sport è stato un punto di svolta nella mia vita, ha aiutato a migliorare me stesso ed il mio corpo, mi ha aiutato ad integrarmi con le persone, e da quando pratico sport non ne posso più fare a meno, è un mio punto di ritrovo.
Perché scegliere le Olimpiadi Italiane? Potrebbere essere abbastanza scontata come risposta: sono Italiano, e chi non vorrebbe intervenire in un progetto dedicato al proprio paese? Questa non è l’unica motivazione, ho scelto questo progetto per poter dare un punto di vista personale sul territorio.

L’idea del progetto, parte dal territorio e dalla sua storia, torniamo indietro nel tempo, nel XV secolo d.C.

In questo
periodo storico, alcune città italiane erano suddivise in sestieri. I sestieri
rappresentavano una suddivisione della città in 6 parti, e quindi il sestiere era la sesta parte di una città.
Andiamo a dare uno sguardo ai sestieri di Milano e Cortina, le città, che attualmente saranno protagoniste dei Giochi Olimpici invernali del 2026.
Questo progetto, ha rappresentato per me una svolta, sia dal punto di vista del design ma sopratutto dal punto di vista del mettere in gioco le proprie idee.

Il lavoro rappresenta la rottura con la metodologia classica del brand design ed infatti, pone le basi per una metodologia d’approccio alternativa al branding.
Il dynamic branding, sarà presto la nuova frontiera della comunicazione e spero che il mio progetto, possa essere una proposta concreta per la comunicazione delle Olimpiadi del 2026.
È stato un lavoro arduo, e non smentisco che inizialmente ha visto dei fallimenti che però hanno portato al risultato odierno. Ho incontrato varie difficoltà, la più grande riuscire a trovare l’idea su come rendere dinamico il sistema, ma che grazie all’aiuto del prof e relatore Enrico Ausiello sono riuscito a dare vita al progetto.
L’emozione di sapere che il mio progetto era arrivato in shortlist agli ADCI Awards 2020 era forte, ma quando ho visto con i miei occhi che la sera della premiazione ho ricevuto l’argento, sono scoppiato in lacrime per l’emozione indescrivibile che mi ha riempito di gioia e di soddisfazione. Ancora adesso mentre scrivo questo articolo, ripenso a quel Sabato e mi emoziono, è il mio primo passo per un futuro che mi attende.
Sono una persona che ha sete di conoscenza e che desideria migliorare sempre, tra un futuro imminente mi vedo in una grande agenzia di comunicazione e spero che questo si possa realizzare molto in fretta.”