Durante la recente Milan Fashion Week si è tenuto il contest Mad Mood che ha visto trionfare un’allieva dell’Accademia con la sua collezione “Psicosoma”. Si tratta di Dalila Recchia, che ha da poco terminato la triennale in Design della Moda.

Un’ avanguardia minimalista che si rifà alla Couture del passato, con sperimentazioni tessili ideate e progettate dalla stilista modellando la pelle, ricreando le forme del corpo con un effetto ottico.

Bolle e tessuti 3D creati su tessuti fluidi che la stilista ridisegna e modella rendendoli rigidi, bustini ortopedici rivisitati in termini di design, riprendendo le forme vittoriane per far si che “la moda sia un sostengno per il corpo e un mezzo di espressione interiore e non una costrizione con un solo fine estetico”.

Marianna Porcaro, incaricata generale presso Zara, descrive cosí la la collezione Psicosoma di Dalila:

“Rappresenta una moda che ritorna all’essenziale. Quella senza maschere. Quella senza eccessi che altro non sono che il desiderio di farsi notare. Quella della gente che ride, che sente, che attraverso il corpo esprime la pelle. La moda che diventa parola scritta su forme irregolari, perfette. L’ abito diventa il corpo e il corpo diventa l’ abito. L’ esterno come riflesso dell’ interno. Dalila Recchia, rappresenta la moda di chi ama questo mondo a prescindere. E attraverso di lei racconta pezzi di se. Perché è per questo che esistono i vestiti. Per dare voce a tutte le nostre anime. Raccontare e raccontarsi. Farlo anche restando in silenzio. Esprimersi – comunicare.

Dalila Recchia ridisegna il concetto di bellezza, adattandolo al nostro tempo, rendendolo movimento puro come Miuccia Prada insegna. Lei che ha stravolto la comune concezione di armonia, confezionandone una più consona all’ imperfezione del nostro essere. Sporcandolo con un qualcosa solo di apparentemente stonato – fuori luogo e fuori tempo – per renderlo più umano perché ciò siamo. Umani. Da qui il nome della sua collezione Psicosoma, mettendo in relazione la mente e il corpo nella loro influenza reciproca mettendo a nudo la donna pur vestendola. Parla di se Dalila Recchia denuda la sua anima e lo fa coprendo lembi di pelle con lembi di stoffa. Sublima il sacro regalando l’umana immortalità. Personalità, non mode sembra dirci. Ridisegna. Modella. Adatta. Proprio come si fa quando si racconta una storia. Con la devota cura che dovrebbe caratterizzare la scelta delle parole. Dei gesti o dei silenzi. ”

INTERVISTA

Avresti mai immaginato di vincere il premio come miglior designer al contest Mad Mood durante la fashion week milanese?

Partecipare al contest è stata per me una tappa molto attesa, perchè significava svelare a tutti il mio piccolo grande segreto che custodivo da tempo. Ho vissuto questi mesi di progettazione della collezione pensando solo al voler esprimere me stessa in ogni mia sfaccettatura, mostrare la mia anima senza mascherarla aggiungendo giorno per giorno un nuovo dettaglio. Arrivare alla Milan Fashion Week è stato come un salto nel vuoto poichè ha rappresentato il momento in cui le mie creazioni si sarebbero mostrate al pubblico. Ero ansiosa di conoscerne il giudizio, tra me e me pensavo “Chissá cosa penseranno”, “ma é un abito o un corpo?” , sapevo che avrei suscitato molta curiositá da parte del pubblico, sopratutto per gli abiti scultura realizzati mediante la manipolazione del tessuto ma mai avrei immaginato di vincere il contest con il premio come miglior Designer Mad Mood Milan Fashion Week 2019 mediante il Presidente Onorario della Camera della Moda, Cavalier Mario Boselli. E’ stato un onore e una sorpresa incredibile che mi ha spinto a credere che in qualche modo io sia riuscita ad arrivare e a trasmettere la mia concezione di moda, attraverso le mie creazioni.

– Parlaci della collezione che ti ha permesso di vincere questo premio

Psicosoma Collection é un invito al riconnetterci con la vita e con il tempo, al mostrarci per come siamo senza mascherarci, mettendo a nudo la nostra anima attraverso i pensieri della nostra mente, tutto ció mediante il linguaggio del corpo. Psicosoma esplora le relazioni tra la mente e il corpo nella loro influenza reciproca, difatti questa collezione nasce dalla necessitá di evidenziare come il nostro corpo inconsciamente parla di noi e di cio’ che siamo. Rappresenta anche una critica all’ odierna concezione di moda, un effimero fine estetico atto a mascherare, a coprire e a modificare il nostro essere pur di avere la pubblica approvazione. Per me la moda rappresenta un mezzo di espressione individuale, che agevoli il corpo senza costringerlo o manipolarlo, che lo rappresenti nelle sue imperfezioni fancendo di esse le caratteristiche vincenti.

“Vestiamoci della nostra pelle, svestiamoci dalle maschere, mettiamo in risalto i nostri difetti, esploriamo la nostra mente, curiamo l’interno per fare in modo che l’esterno sia solo un riflesso. Mostriamoci per come siamo” afferma la stilista Dalila Recchia per spiegare la sua collezione proseguendo con un invito ad una nuova concezione di moda ” Non soffermatevi mai sull’ apparenza, cercate di coglierne l’ essenza. Non pensate mai ad un vestito, ad un’ opera o ad una creazione come qualcosa di bello o di brutto, pensate piuttosto al motivo per il quale è stata fatta, cosa ha voluto comunicare e trasmettere. Non pensate all’ esterno, cercate di capire cosa c’é all’ interno. Vestitevi per trasmettere e non per apparire, non modificatevi per gli altri ma mostratevi come voi stessi. Vestitevi dei vostri dettagli, delle vostre Imperfezioni, della vostra pelle e del vostro corpo e vedrete come l’ esterno sarà semplicemente il riflesso dell’ interno. Io sono un corpo e il corpo è il mio vestito più bello.”

Come e cosa ti ha spinto verso la moda e ti ha fatto desiderare di diventare una designer?

Sono nata in un mondo fatto di stoffe, sono cresciuta giocando a vestire i manichini aggiungendoci qua e la’ fiori, avanzi di tulle, pizzi e merletti e tutto questo lo devo a mia madre. Sono una figlia d’ arte, mia madre, Carmen Clemente, é una stilista di Abiti da Sposa e tutto quello che sono oggi lo devo a Lei e alla mia famiglia che mi ha sempre lasciato fare e disfare supportandomi ad ogni mio passo. Io ho sempre nutrito un profondo interesse per la filosofia e la biologia, ma al momento della mia scelta di vita non riuscivo ad immaginarmi in nessun mondo che non comprendesse vestiti, stoffe, colori e manichini. Cosi ho proseguito la mia passione per la moda dando vita a progetti che hanno un’ influenza filosofica e esplorano I miei interessi in chiave artistica.

  • Quanto ha contato la tua formazione in Accademia, quale è la cosa più importante che hai appreso?

L’ Accademia é stata fondamentale per la mia formazione, professionale e personale. E’ stato un onore per me esser stata seguita e guidata da professori molto qualificati, che mi hanno supportata in questo percorso formativo, accrescendo ogni giorno il mio bagaglio culturale, mettendomi sempre alla prova e aiutandomi nel trovare la mia forma di espressione personale. Nello specific ringrazio la prof. Anna Simonetti, la quale ha insegnato che per poter essere fuori dagli schemi, devi prima conoscerne esattamente le regole, per poi modificarle e manipolarle secondo la tua visione personale. La prof. Anna Spoti che mi ha spinto a credere nei miei progetti, trasmettendomi la passione di un lungo percorso creativo ma anche la meraviglia nel vederlo realizzato, attraverso nuove tecniche, nuove texture e nuove forme. Ringrazio la prof. Rossella Catapano, che mi ha trasmesso tanto della sua esperienza. Infine vorrei ringraziare in particular modo Pina Auricchio e a Pasquale Esposito, presenti alla premiazione, per aver rappresentato in quest’ occasione una parte importante di quell a che per me é stata casa per quattro anni: l’ Accademia I.U.A.D. Grazie per supportarci sempre, facendoci superare ogni nostro limite, mettendoci a disposizione tutte le vostre competenze. Ne sono sempre grata.

Quali sono i progetti futuri? Stai realizzando una nuova collezione? Parteciperai ad altri contest?

In questo momento sono a Londra, in cui ho avuto un piacevole incontro presso un’ Accademia con la quale stiamo progettando meeting e conferenze, resteró qui per circa un mese e successivamente vedremo. Si, sto progettando una nuova collezione, la mia mente é in continuo fermento , ma al momento é tutto solo uno scarabocchio sullo sketchbook e pian piano prenderá vita anche lui.

-Senti che stai realmente realizzando il tuo sogno?

In questo momento sento di star vivendo un sogno e ho davvero paura di dovermi svegliare. Ma assolutamente si, ho ancora molti progetti da realizzare, molti sogni da inseguire.